LO SCONTRO ROVIGO I numeri dell'Ulss 5 non rispecchiano la realtà quantitativa

LO SCONTRO ROVIGO I numeri dell'Ulss 5 non rispecchiano la realtà quantitativa
LO SCONTROROVIGO I numeri dell'Ulss 5 non rispecchiano la realtà quantitativa degli oppositori vaccinali del Polesine, i cosiddetti no vax. I numeri reali andrebbero oltre i 50...

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LO SCONTRO
ROVIGO I numeri dell'Ulss 5 non rispecchiano la realtà quantitativa degli oppositori vaccinali del Polesine, i cosiddetti no vax. I numeri reali andrebbero oltre i 50 bambini delle scuole dell'infanzia e i 50 delle classi successive alla primaria. Parola di no vax. Solo in una piccola scuola di provincia con due sezioni ci sono 5 bambini non vaccinati: come è possibile che i numeri ufficiali indichino solo 50 bambini? È presto spiegato: «Molte di noi famiglie - spiega una mamma - hanno un appuntamento, poi non si presentano. Si rimanda di volta in volta, non ci si presenta. In questo modo non scattano le multe e i bambini piccoli possono continuare ad andare a scuola. C'è chi è contrario in modo irriducibile, c'è chi invece vuole vaccinare i figli semplicemente quando saranno più grandi e più forti».

LE SCELTE
È il caso dei genitori di due bimbi, la piccola alla scuola dell'infanzia, il grande alla primaria. «Quello grande abbiamo scelto di vaccinarlo - spiegano i genitori -, ritenendo idonea l'età. La piccola invece no, non ancora».
I PALETTI
La scadenza del 10 marzo, poi prorogata al 30 aprile, non è scritta sul decreto Lorenzin, ma è una data calcolata e diffusa dalle circolari agli istituti scolastici. Oggi i bambini non vaccinati che frequentano le materne sono ancora frequentanti a tutti gli effetti. Sebbene i problemi non siano mancati a livello di segreterie degli istituti.
«Il giorno 11 ho portato i bambini a scuola e le maestre mi hanno detto di non portarli il giorno seguente, dato che non avrebbero potuto ritirarli - spiega la mamma di due fratellini - Così sono andata in segreteria con un pacco di carte e l'appuntamento per il vaccino, al quale non mi presenterò. I bimbi andranno a scuola e se sarò costretta a tenerli a casa, siamo già organizzate tra mamme per attività ricreative e sportive fuori dalla scuola».
SANZIONI
I conti comunque si fanno anche sulle multe: la maggior parte preferisce pagare piuttosto che vaccinare i figli. Sono tre multe nell'arco dei 16 anni, con un tetto massimo di 500 euro: pagando subito si ha diritto alla riduzione a 180 euro.

La prossima emergenza da gestire, spiega la maestra Elena che insegna alle primarie, sarà «il gap didattico che i bambini di 6 anni avranno in prima elementare. Alle primarie i bambini oggi accedono con un bagaglio di conoscenze acquisite che è impensabile affrontare in prima. Sarà complesso per noi maestre gestire bambini completamente privi di scolarizzazione fino ai 6 anni».
Roberta Paulon
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino