LO SCENARIO ROMA Fatti più in là, stando alle regole questa è

LO SCENARIO ROMA Fatti più in là, stando alle regole questa è
LO SCENARIOROMA Fatti più in là, stando alle regole questa è l'estate della distanza. Prenotazione del posto nello stabilimento balneare, una app per verificare se vi sia...

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LO SCENARIO
ROMA Fatti più in là, stando alle regole questa è l'estate della distanza. Prenotazione del posto nello stabilimento balneare, una app per verificare se vi sia ancora spazio nella spiaggia libera, solo aperitivi ai tavoli ben distanziati, niente discoteche e mascherina indossata al chiuso, no agli assembramenti. Le regole dell'estate del coronavirus, suggerite dal comitato tecnico scientifico, riassunte nel Dpcm del mese scorso del governo, shakerate con le varie ordinanze delle regioni che hanno corretto e rivisto i vari provvedimenti, dovevano fare muro contro l'avanzata del coronavirus. Mandarlo, per quanto possibile, in ferie. Ma tra dire e il fare, in molte zone dell'Italia, c'è di mezzo il mare, ma anche la montagna e i laghi. Per non parlare delle piazze delle città che, dopo la prigionia del lockdown sono esplose in modo irrazionale.

METRI QUADRATI
Ma rivediamole le regole dell'estate, sgomberando dalla mente una delle tante bufale che nella noia della quarantena abbiamo inseguito, il plexiglas che secondo qualche grafico doveva dividere i vacanzieri in spiaggia. Il Dpcm è più concreto: ogni ombrellone deve avere una superficie a disposizione di 10 metri quadrati. Una innovazione gradita da molti, che ha fatto però aumentare le tariffe. Inoltre, la regola vuole che «tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 metri». La mascherina deve essere sempre a portata di mano, ma non è obbligatoria all'aperto, a differenza ad esempio di una meta turistica molto amata dagli italiani, le Baleari, dove invece si viene multati se si passeggia senza il dispositivo di protezione. E nella spiaggia libera? Qui diviene tutto ancora più complicato: se dove c'è uno stabilimento (o un Bagno come direbbero nella riviera romagnola) il gestore ha più o meno l'interesse a vigilare sul rispetto delle regole per non rischiare sanzioni, sulle spiagge libere le amministrazioni pubbliche faticano a mantenere l'ordine. Ma che cosa prevedono le regole «al fine di assicurare il rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra le persone»? Vietati sport di gruppo, vietate le discoteche all'aperto (anche se non in tutte le regioni, in Emilia-Romagna e in Lombardia ora si può, ma ovviamente non al chiuso). L'estate del coronavirus è anche quella delle mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi, a partire dai ristoranti, e sui mezzi di trasporto come treni e aerei. Ma è proprio negli aeroporti che le regole sono assai bizantine: inizialmente sugli aerei doveva essere lasciato libero il posto di mezzo nella fila da tre, ma alcune compagnie non lo fanno.
CODE PER IL BAGAGLIO

Il trolley, secondo l'Enac, non può essere imbarcato, perché altrimenti si rischiano assembramenti alle cappelliere. Il paradosso è che così si creano lunghe file, come ad esempio testimoniava ieri su Twitter l'ex ministro Carlo Calenda, al banco per la consegna del bagaglio da imbarcare in stiva oppure al nastro per il recupero. Va meglio sui treni dell'alta velocità, dove i posti sono a scacchiera, l'obbligo della mascherina viene rispettato, discesa e salita sono ben regolati. E i bagagli nelle cappelliere dei treni, chissà perché, si possono mettere.
M.Ev.
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Il Gazzettino