«Lo avevo avvisato che qui c'era la nebbia»

«Lo avevo avvisato che qui c'era la nebbia»
«Nella nebbia non ci si va, ma come fai a fermare la gente?». Nelle parole di Erich Kustatscher si sente il grande dolore per aver perso un amico e la rabbia per la sensazione...

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«Nella nebbia non ci si va, ma come fai a fermare la gente?». Nelle parole di Erich Kustatscher si sente il grande dolore per aver perso un amico e la rabbia per la sensazione di non essere stato ascoltato pur avendolo messo in guardia per la nebbia di ieri mattina.

Esperto e apprezzato istruttore di volo, presidente del club dell'aviosuperficie Papere vagabonde di via Caposile, è stato l'ultimo a parlare con Benito Cavasotto. La nebbia sarebbe stata fatale per il pilota 77enne. «Purtroppo lo dice la statistica: se entri nella nebbia rischi di fare proprio questa fine. Si chiama disorientamento spaziale, è un classico», spiega Kustatscher, ripetendo quasi come un mantra con la nebbia non si va. «É un classico incidente: si è infilato nella nebbia, non ha visto più niente ed è rimasto senza punti di riferimento». I due si erano sentiti più volte. «Quando è partito mi ha detto che a Montebelluna era molto bello, mentre noi gli abbiano fatto sapere che qui non lo era; poi per radio gli ho ribadito che c'erano dei banchi di nebbia». Poco prima dello schianto lo aveva richiamato. «Mi ha detto di essere abbastanza vicino e io gli ho risposto di lasciar perdere. Un minuto dopo l'ho cercato di nuovo e mi ha detto di essere vicino ad un campo, nella nebbia. Poi si è interrotto il collegamento. Allora ho allertato i soccorsi, anche se non si sapeva ancora dove andarlo a cercare».
Cavasotto era stato venerdì alle Papere Vagabonde. «Non era previsto che tornasse anche ieri. Nella prima telefonata era tranquillo, mentre nella seconda era un po' più agitato. Si è trovato all'improvviso in mezzo alla nebbia senza rendersene conto». A parlare è Donatella Ricci, detentrice del record del mondo per il volo più alto mai effettuato con un autogiro, ultraleggero ad ala rotante, e principale artefice di Fly Donna che nell'ultima edizione ha portato a Caposile l'astronauta friulana Samantha Cristoforetti. Conosceva molto bene Benito ed è rimasta scossa per la tragedia. «Ci domandiamo ancora perché non sia tornato indietro...». Ieri era la ricorrenza della Madonna di Loreto, protettrice degli aviatori. «É venuta a prenderselo ed ora è lì con lei».

Nei prossimi giorni è prevista la consueta cena di Natale con tutti i soci delle Papere Vagabonde. Un appuntamento che questa volta sarà dedicato all'amico Benito. «Non lo sapevi che le passioni uccidono? - scrive un'amica su Facebook - ora vola ancora più in alto, libero. Ma era ancora lungo il tempo che volevamo tu trascorressi con noi. Sarà dura accettare tutto ciò».
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Il Gazzettino