Patti chiari fin dall'inizio: chi vorrà ottenere il posto a tempo indeterminato nel laboratorio di procreazione medicalmente assistita dell'ospedale San Luca di Trecenta, non...
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Spiega il direttore generale Antonio Compostella: «Nel bando è scritto chiaramente che cerchiamo un dirigente biologo per l'attività di procreazione medicalmente assistita. Chiaro, dunque, che non possiamo trovarci poi nella situazione già vissuta, di non avere personale disponibile a praticare l'attività per cui è stato assunto». Tre anni fa, con le altre due biologhe, cos'è successo? «Una entrò in Ulss nel 2009 con un contratto a tempo indeterminato proprio per svolgere il lavoro nel centro di Trecenta. Alla fine del 2014 si dichiarò obiettore e si aprì anche un contenzioso. L'azienda aveva ipotizzato anche il licenziamento, ma non risultò possibile e venne semplicemente spostata in un altro laboratorio. L'altra era stata assunta come biologo senza specificare che si sarebbe occupata di fecondazione assistita. Arrivata a Trecenta si lamentò di questo e quindi venne trasferita». Che problema c'è per un biologo praticare la fecondazione assistita? «Hanno motivato solo con questioni personali. Non si può non notare, però, che questo avvenne quando arrivò il via libera all'eterologa».
Perché l'Ulss uscirà con un altro bando? «Quello pubblicato alla fine dello scorso anno era per un posto a tempo determinato. Abbiamo fatto così solo perché è un iter più veloce e noi avevamo fretta. Ora stiamo predisponendo un nuovo bando a tempo indeterminato. E anche questo prevederà la clausola del precedente, ovvero di non essere obiettore di coscienza».
Intanto il senatore veneto dell'Udc, Antonio De Poli, ha chiesto l'intervento del ministro Lorenzin per verificare «la legittimità di un bando di concorso destinato a biologhe non obiettrici. È scandaloso che possa prevedere il diritto all'obiezione di coscienza come una giusta causa di recesso da parte dell'Azienda ospedaliera».
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Il Gazzettino