Leo Di Angilla per il Jova Beach «Con lui è solo adrenalina pura»

Leo Di Angilla per il Jova Beach «Con lui è solo adrenalina pura»
L'INTERVISTA«Sali sul palco e, ogni sera, non sai mai cosa possa succedere. È una bella botta di adrenalina. Improvvisa Lorenzo, improvvisiamo noi. Una cosa è certa: Lorenzo ha...

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L'INTERVISTA
«Sali sul palco e, ogni sera, non sai mai cosa possa succedere. È una bella botta di adrenalina. Improvvisa Lorenzo, improvvisiamo noi. Una cosa è certa: Lorenzo ha avuto un'idea geniale ad inventarsi questo format di spettacolo. È bellissimo, e ha avuto ragione lui». Parla così Leonardo Di Angilla, per tutti Leo. Il musicista veneziano, originario del Lido, da dieci anni nella band di Jovanotti, e con lui sta partecipando al Jova Beach Party di quest'estate.

Come sta andando?
«Benissimo. È un grande successo. A ogni data suoniamo davanti a 35-40 mila persone, la gente si diverte. È un'esperienza straordinaria. E dal punto di vista personale era anche una sfida».
In che senso?
«Perché in questo tour sto suonando uno strumento diverso. Sono passato dalle percussioni alla batteria. E questo per me significa uscire un po' delle mie sicurezze... Sono molto contento, e anche Lorenzo è felice della riuscita di questo tour che ha battuto anche gli scettici».
Cosa l'ha colpito di questo bagno di folla estivo?
«La gente viene e si diverte. C'è un'onda di entusiasmo, tantissima gente, ma tutto si è svolto fino ad ora in modo molto tranquillo, nessun problema, zero incidenti, solo tanto entusiasmo e voglia di divertirsi stando insieme. È il bello della musica».
Come è strutturato lo show?
«Diciamo che per noi è molto più lungo rispetto ai ritmi standard. Tra una cosa e l'altra stiamo sul palco circa 3 ore e 45 minuti. Proprio per il format di questo spettacolo, Lorenzo non solo canta ma anche duetta con i suoi amici ospiti».
Quale è secondo lei la canzone simbolo di questo Jova Beach Party?
«Potrebbe essere Nuova Era».
E come è lavorare con Lorenzo?
«È fantastico, un sogno. Lavoro con lui da dieci anni e mi sorprende sempre. E' un genio. Vedremo cosa ci riserverà il futuro».
Se lo aspettava così intenso?
«Quando lo scorso anno è stato presentato, un po' alla volta, abbiamo cominciato a capire che poteva essere così. E' un concerto senza scaletta, senza copione. Ovvio che sul palco sai, più o meno, cosa andrai a fare. Ma poi si improvvisa tutto. Ed è veramente così, come si vede. Non c'è nulla di costruito, di artefatto. Ed è elettrizzante».
Il tour va verso il rush finale.
«Abbiamo fatto una dozzina di date e ne mancano altre cinque. Tutte date in Italia. Questo mi ha consentito anche di tornare nel mio Lido per quattro giorni di vacanza con la famiglia. Qui torno per staccare un po' la spina».
Prossima tappa a Plan De Corones, suonerà in quota. Differenze all'orizzonte? Con tanto di polemiche.
«Dopo tanto caldo in spiaggia finalmente un po' di fresco, mi viene da dire! Per il resto per noi artisti che dobbiamo suonare cambia poco: il palco è lo stesso e gli strumenti soffrono assai di più con il salso e la sabbia che non in alta quota».
Cosa farà a fine tour?

«A novembre e dicembre sarò in tour con Marco Mengoni».
Lorenzo Mayer
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino