LEGNO-ARREDO PORDENONE Un distretto produttivo che, nel giro di pochi anni complice

LEGNO-ARREDO PORDENONE Un distretto produttivo che, nel giro di pochi anni complice
LEGNO-ARREDOPORDENONE Un distretto produttivo che, nel giro di pochi anni complice anche la crisi, ha decisamente cambiato pelle. Nel polo del legno-arredo del Livenza - il...

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LEGNO-ARREDO
PORDENONE Un distretto produttivo che, nel giro di pochi anni complice anche la crisi, ha decisamente cambiato pelle. Nel polo del legno-arredo del Livenza - il vecchio triangolo del mobile tra Brugnera, Prata e Pasiano - le cose sono parecchio cambiate. Sono cambiate le aziende, molte costrette a chiudere i battenti. È cambiata la tipologia di prodotti: da mobili finiti a componenti soprattutto per i giganti multinazionali come Ikea. Ma è cambiato anche il lavoro: meno contratti a tempo indeterminato e boom di utilizzo di addetti interinali. Senza contare che negli ultimi cinque anni si sono persi circa mille posti. Un numero che è stato solo in parte ricoperto proprio dal forte incremento nelle aziende del legno arredo di personale che viene assunto e utilizzato in somministrazione, cioé lavoratori in affitto che vengono forniti per periodi stabiliti dalle agenzie del lavoro interinale. Infine, è cambiato - e questo è forse il dato più positivo - l'utilizzo degli ammortizzatori sociali per crisi: il numero di ore di cassa integrazione è drasticamente diminuito passando da cifre astronomiche a livelli quasi fisiologici e pre-crisi.

CONTRATTO PILOTA
È in questo scenario che le imprese del comparto e il sindacato hanno avviato il tavolo di confronto per il rinnovo del contratto territoriale del settore legno-arredo. Erano almeno sei anni che non c'erano le condizioni - in piena crisi l'attenzione era tutta rivolta a siglare accordi di cassa integrazione e contratti di solidarietà in un panorama di aziende che ristrutturavano, chiudevano e fallivano - per poter affrontare il negoziato e parlare di aumenti salariali e nuove politiche di welfare aziendale. La ripresa degli ordinativi e i dati positivi sull'export hanno invece portato le parti, in questa fine 2018, a sedersi al tavolo per cercare di scrivere le nuove regole che dovranno governare il settore per il prossimo triennio. Il contratto territoriale del legno-arredo è un'invenzione tutta pordenonese. È infatti un unicum a livello nazionale. Per questo sia le imprese che il sindacato - anche se i nodi da sciogliere non mancano e la trattativa non si preannuncia in discesa - hanno l'obiettivo di mantenerlo rinnovandone in contenuti. Il negoziato che si è appena aperto sarà infatti un test importante sul quale potrebbero essere puntati i riflettori nazionali in quanto modello di nuove relazioni industriali post-crisi. L'obiettivo è dunque di innovare uno strumento che in passato ha mostrato la sua utilità nel gestire le relazioni aziendali facendo da apripista in Italia nella futura contrattazione 4.0.
I NUMERI

E torniamo al cambio di pelle del distretto e ad alcuni numeri che disegnano il nuovo scenario economico-produttivo. Sul fronte dell'occupazione - i dati riguardano le aziende di Confindustria, mentre mancano quelli delle piccole imprese e dell'artigianato - i posti di lavoro persi sono circa mille. Passando da 6.100 addetti a circa 5mila. Dal 2013 al 2017 invece c'è stato un nettissimo calo della cassa integrazione. La Cig straordinaria è passata da 948 mila ore annue a circa 50 mila. Nella cassa ordinaria il calo è stata da quasi un milione di ore a sole 120 mila. Complessivamente si è passati, in cinque anni, da quasi due milioni di ore a 170 mila. Sul fronte aziendale c'è stata una forte selezione tra le aziende che fanno mobili finiti, sia a marchio proprio che conto terzi. Sono invece cresciute - sia come mercati conquistati che come numero di dipendenti - le aziende che si sono specializzate nella realizzazione e fornitura di spcifici componenti. Sono i casi della Friulintagli di Prata (che ha ormai superato i duemila dipendenti) che è ormai il maggiore fornitore in Europa del colosso svedese Ikea. Ma anche la Saca di Pasiano e la Licar di San Quirino stanno seguendo un percorso di crescita simile. Cresce anche il numero di imprese che stanno lavorando per la cantieristica nell'ambito dell'arredo delle navi da crociera. Uno scenario nuovo e inedito rispetto al passato. Del quale il negoziato per il nuovo contratto non può non tenerne conto.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino