Lega contro Lega. Ma soprattutto Lega Nord che si costituisce parte lesa anche contro

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Lega contro Lega. Ma soprattutto Lega Nord che si costituisce parte lesa anche contro Umberto Bossi, oltre che verso i figli Riccardo e Renzo e alcuni ex tesorieri tra cui...

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Lega contro Lega. Ma soprattutto Lega Nord che si costituisce parte lesa anche contro Umberto Bossi, oltre che verso i figli Riccardo e Renzo e alcuni ex tesorieri tra cui Francesco Belsito al processo per truffa aggravata e appropriazione indebita (fondi usati - secondo l'accusa - per spese personali, come lauree, multe, bollette) che si aprirà il 10 ottobre davanti al Gup di Milano. Che la Lega avesse in animo di costituirsi parte offesa contro gli altri indagati era noto, coglie di sorpresa che l'atto riguardi l'ex capo.

Il decreto che fissa l'udienza non consente smentite. L'avvocato che difende il Carroccio è Domenico Aiello, legale di fiducia di Roberto Maroni. Cosa significa? Che la Lega determina le condizioni per chiedere eventualmente i danni al fondatore del partito, l'uomo che ha creato il movimento, il Senatur, e anche ai suoi figli. Tecnicamente, questa premessa viene posta con la costituzione di parte lesa da cui deriva la facoltà di costituirsi parte civile al termine del processo e chiedere i danni. Una cosa è certa: questo processo è destinato a pesare molto sugli scenari interni ancora appesantiti dalle tensioni tra vecchio e nuovo corso.
Dicono che il Senatur non se l'aspettasse proprio. Politicamente, la differenza giuridica tra parte lesa e parte civile non conta più di tanto. E infatti la notizia, scritta da "Repubblica" a fine luglio, ha destato scalpore non solo tra i fedelissimi del presidente della Lega ma anche tra i militanti. In Veneto c'è malumore per la decisione del vertice federale, sottoscritta dal segretario Salvini in qualità di legale rappresentante. Qualche dirigente veneto ha telefonato incavolato in via Bellerio ricavandone l'impressione di un certo imbarazzo ad affrontare l'argomento. E come risposta si è sentito dire: «Tranquilli, contro Umberto non muoveremo un dito». E verso i figli? Tutt'altra storia. Del disappunto si fa portavoce Gian Paolo Gobbo, storico segretario della Liga: «Mi meraviglia questa scelta nei confronti di Umberto. Molto strana. Se fosse vera, la riterrei inopportuna. E chiederei a Salvini di rivedere la posizione e ritirarla subito. Discorso diverso, ovviamente, per i faccendieri che hanno malversato i beni e i fondi del partito».

Paolo Francesconi

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Il Gazzettino