Lega, Berti sbatte la porta e se ne va

Lega, Berti sbatte la porta e se ne va
VERSO LE ELEZIONIROVIGO Giampietro Berti ha detto no. Il presidente dellOrdine degli avvocati di Rovigo, contattato dall'assessore e commissario cittadino della Lega Cristiano...

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VERSO LE ELEZIONI
ROVIGO Giampietro Berti ha detto no. Il presidente dellOrdine degli avvocati di Rovigo, contattato dall'assessore e commissario cittadino della Lega Cristiano Corazzari per sondarne la disponibilità a correre come candidato sindaco, ha sciolto la riserva, declinando l'invito. Non solo, infatti, non sembrerebbe aver constatato un supporto unitario, nonché la piena libertà di movimento, ma pare che non abbia gradito che, mentre stava riflettendo, lo stesso invito fosse stato rivolto anche ad altre persone. Fra le quali una collega: l'avvocato Monica Giordani, già vicesindaco con Bruno Piva, nonché ex commissario della Lega, che sembra in questo momento il nome forte del Carroccio, in uno schema che prevede la scelta autonoma del candidato, da mettere sul tavolo del confronto con Forza Italia e Fratelli dItalia, e il supporto di almeno due liste, Obiettivo Rovigo e una che potrebbe essere guidata da Renzo Marangon. Martedì Paolo Avezzù e Corazzari si sono incontrati e questo ha fatto storcere il naso ai sei espulsi dalla Lega per aver firmato le dimissioni che hanno fatto cadere Bergamin: bollati come traditori si sono visti imporre il veto anche ad entrare il liste di appoggio, ma Obiettivo Rovigo ha fatto lo stesso.

GLI ESPULSI
«Mi basterebbe un quarto d'ora di tempo per far capire al Capitano perché dovremmo essere reintegrati in Lega». A dirlo è Stefano Raule, uno dei sei espulsi dal partito a seguito delle dimissioni da consigliere comunale che hanno fatto cadere il sindaco Massimo Bergamin. La voglia di risalire sul Carroccio per Raule, Fabio Benetti, Nicola Marsilio, Giancarlo Andriotto, Luca Gabban e Andrea Denti è davvero tanta. Raule vorrebbe parlare direttamente al suo ex segretario federale Matteo Salvini: «Ho il coraggio di farlo e lo farei spiega , perché mi basterebbe davvero poco per raccontargli cosa è successo in questi anni e perché abbiamo fatto quel che abbiamo fatto. Cosa gli direi? Le stesse cose che abbiamo scritto nel ricorso inviato al regionale a inizio mese, un documento molto corposo in cui abbiamo riportato per filo e per segno tutto. So che quel ricorso rimarrà sul tavolo per chissà quanto, per questo direi tutto in faccia a Salvini».
EX COMMISSARIO COMUNALE

Raule era il commissario comunale della Lega nel 2015, quando al secondo turno delle elezioni amministrative la vittoria di Bergamin portava per la prima volta un leghista sulla poltrona più importante di Rovigo, sconfiggendo sonoramente l'avversaria del Partito Democratico Nadia Romeo. Quello che sembrava un sogno divenuto realtà, in realtà era l'inizio di un incubo. Giorno dopo giorno, le speranze di essere ricordati dalla città per aver fatto qualcosa di positivo sono sparite davanti all'evidenza dei fatti. Per quasi quattro anni di Amministrazione, i consiglieri comunali leghisti hanno sempre fatto buon viso a cattivo gioco, senza mai sollevare pubblicamente lamentele verso il proprio sindaco, nemmeno quando hanno visto persone estranee alla maggioranza o al proprio partito raggiungere incarichi di rilievo nelle società partecipate del Comune.
Francesco Campi
Alberto Lucchin
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Il Gazzettino