LE VOLONTÀ «Lasciatemi andare». Sono state le ultime parole pronunciate

LE VOLONTÀ «Lasciatemi andare». Sono state le ultime parole pronunciate
LE VOLONTÀ«Lasciatemi andare». Sono state le ultime parole pronunciate da Ennio Morricone che, circondato dalla moglie Maria e dai figli Andrea, Alessandra, Giovanni e Marco,...

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LE VOLONTÀ
«Lasciatemi andare». Sono state le ultime parole pronunciate da Ennio Morricone che, circondato dalla moglie Maria e dai figli Andrea, Alessandra, Giovanni e Marco, si è spento intorno alle 2 di notte in una stanza del reparto Medicina interna al Campus Biomedico, a Trigoria, dopo aver ricevuto la Comunione e trovato la forza estrema di alzare un braccio per tracciare nell'aria un segno di croce. Era un uomo di fede, ha voluto i conforti religiosi ed «è morto con una dignità incredibile e pienamente cosciente fino all'ultimo», racconta affranto l'avvocato Giorgio Assumma, legale e amico dei Morricone da anni.

Il maestro era stato ricoverato otto giorni fa in seguito a una brutta caduta e operato al femore già compromesso da un altro incidente domestico avvenuto cinque anni fa: quest'ultimo intervento era andato bene ma a portarlo via sono stati problemi respiratori «molto seri», ha spiegato il professor Vincenzo Denaro, oggi primario emerito del Campus Biomedico, che aveva operato il grande compositore nel 2015.
IL TESTO
Ed è stato sempre Assumma a far pubblicare oggi su tutti i quotidiani italiani un documento struggente: il necrologio di se stesso scritto a mano dal maestro in un momento imprecisato di qualche tempo fa, di sicuro prima dell'ultima caduta, e trovato dalla moglie tra le carte del marito ieri mattina, al ritorno nella loro casa dell'Eur ormai vuota e carica dei ricordi di tutta una vita. Sotto l'incipit «Ennio Morricone - sono morto», il musicista due volte premio Oscar ha lasciato scritto: «Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati vicini ed anche a quelli un po' lontani che saluto con grande affetto, impossibile nominarli tutti». Tra questi amici nomina «Peppuccio e Roberta», cioè il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore e sua moglie. Dedica poi «un saluto intenso e profondo» ai quattro figli e ai nipoti Francesco, Valentina, Francesca e Luca. Nomina alcuni parenti e collaboratori domestici, ricorda le sorelle Adriana, Maria e Franca e i loro cari. Ma il saluto finale, che mette i brividi e fa luce sulla sua parabola umana e artistica, è riservato alla moglie Maria, grande amore e compagna di una vita dagli anni Cinquanta cui Ennio aveva dedicato entrambi gli Oscar ringraziandola tra le lacrime. «A Lei rinnovo l'amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare», conclude il necrologio del maestro, «a Lei il più doloroso addio».
Nel documento, Morricone pianifica anche il suo funerale e dispone che si tenga in forma strettamente privata, al riparo da ogni pubblicità: «C'è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare».
IL FUNERALE
La famiglia ha rispettato le sue ultime volontà: «È stato il modo migliore per onorare il suo carattere schivo, desideroso di non dare fastidio a nessuno», ha spiegato Assumma, mentre il mondo intero esprimeva cordoglio per la morte di Morricone e la camera ardente allestita al Campus Biomedico era sbarrata agli estranei. Il servizio funebre si è tenuto perciò in gran segreto, senza preavviso, ieri pomeriggio nella cappella stessa della clinica. A parte la moglie, i figli e i nipoti, c'erano solo l'avvocato amico di sempre e Tornatore, di cui il maestro aveva musicato tutti i film ed era diventato intimo, considerandolo un po' come un quinto figlio. Poi, dopo la Messa, la salma è stata tumulata nel cimitero Laurentino.
IL DENARO

Grazie alla sua arte che continua a produrre cospicui diritti d'autore, Morricone ha guadagnato moltissimo: esiste forse un testamento in cui destina i suoi beni? Secondo Assumma l'ipotesi è improbabile: il maestro non aveva un grande rapporto con il denaro. «Direi che questo rapporto è inesistente», rivelò in una recente intervista, «per molto tempo sono stato inseguito dalla preoccupazione di mantenere la famiglia, e ad essere sincero l'ho superata solo negli ultimi 15 anni. Ma da un bel pezzo, ormai, giro senza un centesimo in tasca. Gestisce tutto mia moglie e non spreca nulla. Sia io sia lei proveniamo da famiglie tutt'altro che ricche e conosciamo il valore del denaro».
Gloria Satta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino