LE VOCI PORDENONE Da Rivolto a Piancavallo. I timori e i segni della recente

LE VOCI PORDENONE Da Rivolto a Piancavallo. I timori e i segni della recente
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LE VOCI
PORDENONE Da Rivolto a Piancavallo. I timori e i segni della recente nevicata avevano fatto temere il peggio, invece c'è stata addirittura una giornata di sole ad accompagnare i corridori. In particolare la salita avianese, intitolata a Marco Pantani proprio nei giorni scorsi con lo scoprimento di un grande manifesto e una stele che ricorda la sua vittoria nel 1998, è stata teatro di una splendida frazione vinta da Geoghegan Hart con Almeida ancora in rosa.  

LE IMPRESSIONI
«Non c'è stato l'atteso assalto alla maglia rosa da parte di Vincenzo Nibali - commenta Michele Biz, presidente del Caneva - pensavo che lo Squalo riuscisse a stupirci ancora una volta invece ha addirittura perso terreno: sono convinto in ogni caso che nelle prossime frazioni qualcosa inventerà». Per quanto riguarda l'ex corridore del Caneva, Pozzovivo? «Quando ancora era dilettante con noi nel 2003 - risponde - era già uno scalatore di livello nazionale. La bontà dell'atleta ha evidenziato dopo tutti gli infortuni subiti, che è ancora competitivo». Una grande festa. «I colori della carovana che passa sotto casa offrono gli stimoli per i più giovani per farli avvicinare al ciclismo - prosegue -  vedere poi le prestazioni dei corridori professionisti dal vivo è da sempre un'occasione unica. C'è poi la soddisfazione, per noi dirigenti, nel vedere protagonisti dei ragazzi che hanno vestito la maglia della nostra società in una manifestazione come quella rosa». Molti gli spettatori lungo il percorso. «E' stata una tappa dura e nervosa - sostiene Gilberto Pittarella, presidente del Fontanafredda - personalmente avevo puntato sullo scalatore friulano Matteo Fabbro ma evidentemente ha dovuto lavorare per la squadra». L'erta della Pala Barzana? «Si è rivelata come sempre una bella salita - risponde - noi per diversi anni l'abbiamo inserita nella Casut-Cimolais». L'importanza del Giro per le società del territorio?  «Nullo, in quanto non vengono mai coinvolte in nessuna iniziativa collaterale - mette in risalto Pittarella - l'evento è importante invece per i ragazzi: vedere passare sulle nostre strade alcuni dei professionisti che hanno effettuato le prime pedalate con la nostra maglia (vedi Davide Cimolai, ndr) e anche molti corridori che da giovani hanno partecipato alle nostre manifestazioni, dà un senso di orgoglio. Proprio per questo un nostro coinvolgimento sarebbe importante».
LA SALITA

Quattordici chilometri e 500 metri con una pendenza media del 9,8% che in alcuni tratti arriva anche al 12-13%.  «È stata una tappa fondamentale, quella di Piancavallo -  sostiene Stefano Liani, presidente della Sacilese - non solo per lo spettacolo che ha offerto, ma anche per il ricordo che ha evocato, quello della scalata di Marco Pantani nel 1998. Per noi sacilesi il Giro è importante anche per le imprese del nostro indimenticato Denis Zanette, vincitore di due tappe (la prima nel 1995 Stradella-Santuario di Vicoforte, la seconda nel 2001 con la Jesolo-Lubiana) e sempre nei nostri ricordi. A tal proposito nella prossima stagione vorremmo riportare a Sacile il Memorial Zanette, in quanto la città sente ancora vivo il ricordo di Denis. Vorrei fare un plauso agli organizzatori per quanto stanno facendo, in quanto il Giro sulle nostre strade è utile per risvegliare un emozione che ogni tanto si perde a causa della vita frenetica che facciamo». Per la prima volta nella storia della Corsa rosa, una tappa è partita da un aeroporto militare, a Rivolto, sede del II Stormo dell'Aeronautica Militare e casa delle Frecce Tricolori. «Importantissimo è stato però l'arrivo a Piancavallo sulla salita che lanciò nel 1998 Marco Pantani - sottolinea Ernesto Badin, vice presidente della Ciclistica Bottecchia di Pordenone -   proprio per questo gli amministratori locali hanno voluto dedicare l'erta avianese al Pirata. Per noi che organizziamo da diversi anni, proprio nel centro turistico montano,  il Trofeo Bottecchia, riservato agli juniores, è motivo di orgoglio. C'è poi anche un legame noire tra i due campioni, la loro morte misteriosa: per Ottavio ci sono ancora dubbi sulla causa del decesso avvenuto nel lontano 1927: incidente fortuito o omicidio. Lo stesso Marco, morto nel 2004 non trova ancora pace, in quanto le indagini sulla sua dipartita, sono state riaperte».
Nazzareno Loreti  
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Il Gazzettino