LE VITTIME Nel giro di venti giorni sono tre gli esercizi commerciali che la

LE VITTIME Nel giro di venti giorni sono tre gli esercizi commerciali che la
LE VITTIMENel giro di venti giorni sono tre gli esercizi commerciali che la baby gang ha saccheggiato tra Casale sul Sile e Casier. Ma le vittime del branco sono in realtà molte...

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LE VITTIME
Nel giro di venti giorni sono tre gli esercizi commerciali che la baby gang ha saccheggiato tra Casale sul Sile e Casier. Ma le vittime del branco sono in realtà molte di più. A partire dall'uomo di Preganziol che a Capodanno è stato picchiato e che pochi giorni più tardi si è visto rubare il furgone, passando poi per tutti coloro a cui all'inizio dell'anno sono sparite automobili, targhe, biciclette, monopattini. Hanno colpito sempre nella Marca, sempre nei comuni al confine con il Veneziano, gli stessi in cui vivono.

LO SPREGIO
Il loro primo obiettivo è stata la pescheria Amaremare, al civico 21 di via Trento e Trieste a Casale. Un vero e proprio accanimento, dal momento che il negozio è stato vittima della gang sia il 10 che il 12 gennaio. «La prima volta hanno forzato la porta scorrevole di ingresso spiegano i titolari, Gino e Giorgia Fantin. La seconda sono invece entrati dal retro». La parte più curiosa è il bottino: «Hanno saccheggiato il frigorifero in cui tenevamo il caviale, ne hanno fatte sparire diverse scatole, oltre a qualche altro prodotto e alle poche decine di euro del fondo cassa proseguono i proprietari. Ci lascia basiti il fatto che siano giovanissimi, alcuni addirittura minorenni. Un segnale decisamente eloquente di come stiano andando le cose in quest'ultimo periodo. Abbiamo imparato la lezione e la vetrinetta del caviale e dei prodotti di pregio non la abbiamo più, ma davanti a fatti del genere viene anche un certo prurito alle mani. Il fastidio è tanto ed è innegabile. Noi abitiamo qui vicino, la seconda volta per poco non riuscivamo a coglierli sul fatto».
LO SCONCERTO
E le strategie delle vittime per evitare nuovi inconvenienti non sono state elaborate solo da Amaremare. Davanti all'ingresso del bar tabacchi dell'area di servizio Sia Fuel in via Schiavonia Conscio, preda dell'ultimo raid della banda il 29 gennaio, è comparsa una fila di possenti fioriere in cemento armato. «Sono proprio quello che sembrano: una difesa. Le abbiamo piazzate qui dopo che la banda ci ha sfondato le vetrate usando un'auto come ariete racconta la titolare Marta Tozzato. In cinque anni e mezzo non era mai capitata una cosa del genere. Ci sono tantissime telecamere nel piazzale, come pure dentro il bar, ma non è bastato a fermarli. Pensavo onestamente a un gruppo di adulti, a quelle bande di professionisti che tante volte hanno fatto notizia. Mi sconcerta pensare che siano così giovani e tutti della zona. Magari erano anche venuti a fare dei sopralluoghi, magari li potrei anche aver visti qui. Tutto ciò è avvilente, specie perché essendo così giovani temo che le pene saranno assai lievi. Da noi hanno arraffato qualche pacchetto di sigarette e pochi soldi perché abbiamo un sistema di fumogeni anti intrusione, ma il danno è stato grande».

E dello stesso avviso sono anche alla tabaccheria di Graziella Marcato, lungo il Terraglio a Dosson. «Erano in quattro, inclusa una ragazza. Hanno tra sigarette, contanti ma soprattutto gratta e vinci hanno rubato merce per quasi 5mila euro spiega la titolare. Senza contare che ci hanno abbattuto una vetrina. Prima avevano provato a forzare solo la porta ma non riuscendoci sono passati alle maniere forti. Dagli appartamenti di sopra li hanno sentiti e avevano allertato le forze dell'ordine, per fortuna ora li hanno trovati». Era la notte del 12 gennaio e in quell'occasione i carabinieri li avevano intercettati a bordo di una Bmw rubata. «Certo, non abbiamo speranze che ci venga restituito alcunché e adesso abbiamo piazzato un grande frigorifero dietro la vetrina per scoraggiare altri episodi simili, ma sono solo magre consolazioni» conclude la donna.
S.d.s.
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Il Gazzettino