«Le urla nella notte, così l'ho salvata dallo stupro»

«Le urla nella notte, così l'ho salvata dallo stupro»
PAURA A CANNAREGIOVENEZIA Ha tentato uno stupro, ma è stato preso grazie alla prontezza di un residente che lo ha fatto scappare, salvando la ragazza che stava per essere...

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PAURA A CANNAREGIO
VENEZIA Ha tentato uno stupro, ma è stato preso grazie alla prontezza di un residente che lo ha fatto scappare, salvando la ragazza che stava per essere violentata.

Sono state le urla nella notte tra sabato e domenica a svegliare bruscamente i residenti della zona di San Girolamo, a Cannaregio. In particolare Pietro De Polo che, grazie al suo intervento, ha fatto fuggire l'assalitore, preso poco dopo dalla Polizia. Ma a vivere il vero incubo è stata lei, una venticinquenne che vive a poca distanza e che stava per esser stuprata da un 50enne trevigiano, se non fosse stato per l'intervento di chi abita nella zona, a poca distanza dagli Ormesini (ne riferiamo a pagina 9 del fascicolo nazionale).
L'episodio è accaduto attorno alle due di notte e De Polo, che ha assistito alla scenda da casa sua, racconta: «Stavo dormendo, di solito prendo sonno con le cuffie addosso, questa volta invece per caso no. Avevo anche deciso di non aprire l'aria condizionata e quindi avevo la finestra aperta. A un certo punto ho sentito urlare frasi del tipo Ti prego no, mollami, aiuto».
LE GRIDA
«Quelle grida venivano da una donna, quindi mi sono alzato, ho tirato su la zanzariera e mi sono affacciato. Ho visto che dal lato opposto a dove abito io c'era un uomo con i pantaloni abbassati, mentre lei era vestita, non denudata, ma continuava a dire Ho le sue cose addosso».
De Polo prosegue: «Ho iniziato a urlare fortemente hey, hey, così l'aggressore è scappato». Grazie al pronto intervento dell'uomo, il maniaco è stato messo in fuga e intanto altre persone si sono affacciate: «Non sono sceso perché avevo paura di dar tempo a lui. Ho preferito cercare di avvisare chi si trovava lì vicino senza perdere secondi. Nel frattempo infatti sono scesi in calle altri residenti e hanno prestato i primi soccorsi alla donna prima che arrivassero le forze dell'ordine».
Nell'assistere alla scena, De Polo è riuscito a capire in poco tempo cosa fosse accaduto: «Gli altri stavano preoccupandosi dell'uomo, io ho urlato di prendersi cura di lei, perché aveva appena subito una tentata violenza». E così le attenzioni dei presenti si sono riversate sulla donna: «Ha cominciato a tentare di spiegare quanto accaduto, ma era ancora sotto choc al punto che continuava a chiedere aiuto a chi era presente e la stava sostenendo. Quindi ha descritto la scena e ha spiegato che era stata seguita dalla Strada Nova». Senza l'intervento di De Polo, le cose sarebbero potute finire in maniera diversa. La ragazza ha spiegato l'accaduto: lei era al telefono con un'amica: «Diceva di essersi messa a telefonarle - racconta ancora De Polo - per sentirsi più sicura dall'impressione di esser seguita, ma il maniaco le ha tolto il telefono buttandoglielo in acqua, prima di avventarsi su di lei».
SOTTO CHOC
Alla fine, la paura è stata talmente grande che la donna non vuole saperne di restare in città: «Continuava a dire che non vivrà mai più qui, che non starà più a Venezia, tremando e con il freddo provocato dalla paura».

De Polo commenta quindi l'accaduto: «Poteva accadere a chiunque, sono cose che sembrano lontane, ma quando le vivi, sentendo quello che diceva e come lo diceva, mi ha toccato al punto di commuovermi». Il dispiacere si mischia alla rabbia: «Da padre ho avuto anche i sensi di colpa, se mi fossi svegliato prima magari non sarebbe successo nulla. Se fossi il genitore della ragazza sarei impazzito». Tomaso Borzomì
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Il Gazzettino