«Le siringhe gettatele nei cassonetti»

«Le siringhe gettatele nei cassonetti»
É ormai esploso l'incubo siringa infetta al Pescarotto. Dopo il caso del bambino di quattro anni, residente alla Stanga, che lo scorso 15 giugno al parco d'Europa di via Venezia...

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É ormai esploso l'incubo siringa infetta al Pescarotto. Dopo il caso del bambino di quattro anni, residente alla Stanga, che lo scorso 15 giugno al parco d'Europa di via Venezia ha contratto l'epatite B pungendosi con una siringa di un tossicodipendente, la paura è dilagata. All'esterno della scuola di musica "Gershwin" di via Tonzig 9, vicino a una piccola area verde conosciuta come parco Tonzig, è stato appeso un cartello dove si invitano i consumatori di droga a gettare le siringhe nei bidoni dell'immondizia. Infatti, in più di una occasione, qualche ago è finito nel giardino dell'istituto. Troppo rischioso per studenti e insegnanti, e così la scuola con l'avviso attaccato alla ringhiera sta provando ad allontanare i tossicodipendenti e le loro siringhe.

Un paio di giorni fa Enrica G., residente a Montà, se l'è vista brutta. «Alle 21 mi sono diretta alla mia auto posteggiata sotto a un lampione nella vietta che porta al parco di via Tonzig. A ridosso della mia macchina ho trovato tre giovani tossicodipendenti. Tra questi - ha ricordato - c'era una donna seminuda, con i pantaloni calati, che si iniettava la droga nell'inguine. Un ragazzo invece camminava ossessivamente in tondo continuando a sputare. Ho chiamato la polizia municipale, ma per organizzare una maggiore vigilanza e una pulizia dell'area mi hanno consigliato di fare un esposto e anche una raccolta firme». Enrica G. ha poi continuato: «Ho vissuto per trent'anni nel quartiere Stanga, dove sono nata e cresciuta, e in via Tonzig abitano i miei genitori. La situazione tra i numeri 7 e 9 è allarmante. Si è creato un ritrovo quotidiano di tossicodipendenti che si bucano anche in gruppo. Si piazzano sotto il lampione che illumina la strada. In questa zona - ha terminato - si possono incontrare persone che si drogano anche alla luce del sole: ne ho viste sia alle due che alle quattro del pomeriggio». La donna ha deciso di scrivere una lettera al comitato Stanga, che prontamente l'ha girata al Commissariato di polizia Stanga così da segnalare la situazione alla Questura.

E poi, ancora la scorsa primavera prima che il piccolo di quattro anni si pungesse, una mamma ha raccontato quanto stava per accadere a suo figlio sempre al parco d'Europa a due passi dall'area verde di via Tonzig. «Ero al parco con mio figlio di due anni e mezzo - ha detto - che si è messo a giocare tra la fontana e il palco allestito per i concerti. Ad un certo momento una signora del quartiere che conosco ha strillato. Ha urlato a mio figlio di stare attento. Con il piedino, protetto solo dal sandalo, ha sfiorato l'ago di una siringa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino