LE REAZIONI PADOVA Lo stop alle bandiere con il Leone di San Marco all'Euganeo,

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LE REAZIONIPADOVA Lo stop alle bandiere con il Leone di San Marco all'Euganeo, ieri ha fatto salire sulle barricare la Lega. Il primo ad andare all'attacco è stato l'assessore...

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LE REAZIONI
PADOVA Lo stop alle bandiere con il Leone di San Marco all'Euganeo, ieri ha fatto salire sulle barricare la Lega. Il primo ad andare all'attacco è stato l'assessore regionale alle Attività produttive Roberto Marcato. «Mi chiedo che senso abbia sequestrare le bandiere del Veneto. Lo hanno fatto perché queste sono troppo venete?» si è chiesto polemicamente l'assessore che poi rincara la dose: «Negli stadi di tutta Italia assistiamo ogni giorno ad urla razziste, a violenze verbali e fisiche inaudite. Manifestazioni di estrema destra ed estrema sinistra che fanno l'occhiolino al terrorismo di matrice politica sono all'ordine del giorno e il problema è una bandiera che è un simbolo di pace? Che è il simbolo di un popolo? Non posso accettarlo».

All'attacco anche il senatore leghista Andrea Ostellari. «Quella che è stata applicata è una norma del 2007 ha scandito Ostellari - Le bandiere dei popoli non dovrebbero essere un problema per nessuno. E questo vale per la bandiera Veneta come per quella Sarda o Siciliana. Il regolamento dell'osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive deve essere cambiato. Altrimenti si rischia di penalizzare chi è semplicemente fiero e orgoglioso di appartenere a un territorio, a una storia, a una comunità. I nemici dello sport e della leale competizione sono altri».
È andato giù duro anche il consigliere leghista Alain Luciani, storico tifoso del Calcio Padova e convinto venetista. Sui social, infatti, Luciani ha pubblicato le foto di un treno con impresso il Leone di San Marco e ha commentato: «Visto che ci siete, bloccate questi treni, sono troppo veneti».
«Ci aspettiamo tutti, i veneti in primis, che dai piani alti del Viminale arrivino precise, chiare e soprattutto valide spiegazioni di quanto accaduto allo stadio Euganeo. Vietare l'ingresso della bandiera di San Marco allo stadio profuma di gravissimo atto di repressione, mascherato da innocuo provvedimento ha tuonato anche il consigliere regionale della lista Zaia Fabrizio Boron - A questo punto, il fatto si somma a quanto sta non-avvenendo con l'autonomia: potrei pensare che a Roma l'autonomia e le capacità del popolo veneto facciano paura e non poca».

«Devono anche spiegarci con quale criterio possa essere stata considerata pericolosa l'esposizione della bandiera veneta, durante una partita come quella di ieri. Dato che si parla addirittura di tavoli settimanali per la sicurezza e l'ordine pubblico, riuniti ad hoc per stabilire quali bandiere e striscioni possono entrare alle varie manifestazioni sportive» ha rincarato la dose il presidente della commissione regionale Sanità. Boron ha chiuso poi con un ringraziamento: «Da Veneto e da consigliere regionale veneto ringrazio tutti i tifosi padovani che ieri in curva hanno posto opposizione a questa decisione esponendo nel loro piccolo una bandiera col Leone rimasta dissequestrata; gesto tutt'altro che violento e sovversivo, ma segno invece di cultura e identità, che per i veneti significa rispetto e pace».
Alberto Rodighiero
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Il Gazzettino