LE REAZIONI MESTRE Si va verso lo sciopero generale del Gruppo Avm. Tremila lavoratori

LE REAZIONI MESTRE Si va verso lo sciopero generale del Gruppo Avm. Tremila lavoratori
LE REAZIONIMESTRE Si va verso lo sciopero generale del Gruppo Avm. Tremila lavoratori ieri hanno saputo da whatsapp che i loro stipendi verranno tagliati, in media, da 1600 a...

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LE REAZIONI
MESTRE Si va verso lo sciopero generale del Gruppo Avm. Tremila lavoratori ieri hanno saputo da whatsapp che i loro stipendi verranno tagliati, in media, da 1600 a 1.100 euro al mese. È il calcolo che ha fatto su due piedi Francesco Zingarlini, consigliere comunale veneziano di Fratelli d'Italia e dipendente Actv: «1.100 euro al mese per guidare un mezzo sette ore al giorno, sei giorni la settimana, con i turni e tutte le responsabilità che comporta. È una follia totale, non può esistere una cosa del genere».

I rappresentanti dei lavoratori ieri pomeriggio sono stati in riunione per quasi quattro ore per decidere cosa fare e come organizzarsi: «Penso che ci sarà uno sciopero e spero che si manterrà la compattezza dei lavoratori» ha concluso Zingarlini che vuole portare la nuova emergenza in Consiglio comunale. Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Faisa-Cisal e Usb dei trasporti dovranno organizzare assemblee con tutti i lavoratori. Ieri, intanto, hanno preso posizione anche Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, consiglieri regionali del Pd, che hanno chiesto al governo regionale di Luca Zaia di attivare un tavolo di confronto e di garantire un finanziamento straordinario: «La decisione, comunicata da Avm Holding, di disdire tutti gli accordi integrativi di secondo livello è gravissima perché mette tutti i lavoratori e le loro famiglie in pesanti difficoltà economiche in questo tempo segnato già da disagi sociali».

Montanariello e Zottis, poi, entrano nel merito affermando in primo luogo che «non si capisce perché la dirigenza che gestisce una realtà di cruciale importanza nel panorama del trasporto pubblico locale veneto operi una scelta che non trova precedenti a livello regionale». Per i due consiglieri regionali la crisi del turismo a Venezia e gli eventi calamitosi legati all'acqua alta, «benché di portata drammatica, non giustificano questa svolta» e, all'opposto di quanto sostenuto dal Comune, dicono che la decisione non è giustificata soprattutto perché «in questi mesi non sono mancati gli aiuti economici da Governo ed Europa. Vanno dunque valutate fino in fondo, facendo piena chiarezza, le logiche che hanno portato a questo esito allarmante». La Regione, invece, è al contrario responsabile «nel non garantire stanziamenti propri a favore del trasporto pubblico locale: lo denunciamo da lungo tempo e queste responsabilità vanno ora e definitivamente sanate con un finanziamento straordinario in grado di garantire ai lavoratori un livello salariale adeguato». (e.t.)
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Il Gazzettino