LE REAZIONI dopo il voto

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«L'importante è che la soluzione non sia il nulla, perchè il nulla non possiamo permettercelo. La disponibilità a lavorare ovviamente c'è, ma per fare, non per non fare»....

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«L'importante è che la soluzione non sia il nulla, perchè il nulla non possiamo permettercelo. La disponibilità a lavorare ovviamente c'è, ma per fare, non per non fare». Parla Luciano Flor, direttore generale dell'Azienda ospedaliera, stazione appaltante del nuovo polo della salute di Padova. Finora la macchina organizzativa si era concentrata in via esclusiva sul nuovo su nuovo a Padova Est. La vittoria dell'asse Giordani-Lorenzoni rimescola improvvisamente le carte perchè il nuovo sindaco e il suo vice hanno una visione opposta: ripropongono il nuovo su vecchio, ovvero la realizzazione di un moderno nosocomio entro l'attuale perimetro di via Giustiniani, articolato in due torri (una medica e l'altra chirurgica, collegate da una piastra), 1.400 posti letto, 2mila nuovi parcheggi, per un costo di 200 milioni contro i 600 milioni dell'area di San Lazzaro.

«Eravamo al punto di acquisire l'area a Padova Est, da lì bisogna ripartire - sottolinea Flor - e ne discuteremo, gli attori lo ricordo erano e sono Regione, Azienda ospedaliera, Università e Comune. Noi avevamo un cronoprogramma che ora è da rimodulare: l'abbiamo detto più volte, anche con i nostri medici: dobbiamo avere un progetto che guarda in avanti». Rimetter mano all'attuale area? «Avremmo comunque dovuto definire cosa fare qui, dove sarebbero rimasti mille letti secondo la programmazione figlia del protocollo finora ipotizzato. Le scelte di programmazione sanitaria sono della Regione, le scelte urbanistiche in capo al Comune: penso ragionevolmente che il gruppo di lavoro si ritroverà presto».
La Scuola di Medicina dell'Univerisità presieduta da Mario Plebani, da almeno tre anni concentrata sul nuovo su nuovo e convinta che altre ipotesi siano impercorribili, presenterà al sindaco le sue idee «e ci sarà un confronto: d'altra parte - dice Plebani - anche Bitonci era stato eletto con il nuovo su vecchio e poi ha cambiato idea...». Le aspettative di Paolo Simioni, presidente dell'Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri di Padova, sono naturalmente di una buona sanità: «Elemento fondamentale da questo punto di vista è poter offrire l'eccellenza anche strutturale, che rimane uno dei problemi principali. Al di là di dove, che per noi è relativo, è fondamentale agire per poter garantire una qualità strutturale in linea con la qualità medica, al centro di un progetto globale di sanità che guardi al futuro. Auguri di buon lavoro al nuovo sindaco e al consiglio; noi puntiamo molto su decisioni importanti che, qualunque siano, non possono essere più rimandate, per il bene dei nostri cittadini e pazienti in un momento molto delicato com'è quello della malattia».

Congratulazioni all'indirizzo di Sergio Giordani anche dal magnifico rettore dell'Università, Rosario Rizzuto: «Un impegno non certo facile, vista la complessità delle sfide proposte da una città delle dimensioni, della storia e delle qualità di Padova, ma stimolante e ricco di gratificazione. Voglio ribadire quanto ho già avuto modo di dire nelle settimane precedenti le elezioni: Padova è una città straordinaria e questo non può che renderci ottimisti e positivi sul suo futuro». Da parte sua e di tutto l'Ateneo Rizzuto ribadisce la volontà di collaborare proficuamente: «Vogliamo continuare a essere co-protagonisti nella costruzione del futuro della città, così come dimostrato ad esempio da progetti come la riqualificazione del Cus di via Corrado e della caserma Piave e dal nostro contributo tecnico qualificato nel disegnare un nuovo ospedale di un livello alto quanto merita la città, i pazienti che lo utilizzeranno e la nostra scuola di Medicina. Non solo progetti: è ampio anche il nostro palinsesto culturale che offre momenti di riflessione, dialogo e approfondimento sui più diversi temi, sempre con lo spessore e il rigore scientifico che ci contraddistingue e che vede, fra gli altri spunti di quest'anno, la celebrazione con Livius noster dei duemila anni dalla morte di Tito Livio. Mi auguro quindi si stringa ancor di più il legame fra l'Ateneo e il suo territorio. Come Università abbiamo messo, e continueremo a farlo, a disposizione di Padova impegno, passione e competenze».
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Il Gazzettino