Le prime due sembrano decise a patteggiare

Le prime due sembrano decise a patteggiare
Sembrano decise a patteggiare le prime due indagate nell'operazione...

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Sembrano decise a patteggiare le prime due indagate nell'operazione Abbracci, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Venezia. Il pm Antonio Petroni ha già chiuso le indagini preliminari nei confronti di Simona Cristea, 30 anni, e Angelica Stefan, assistite dagli avvocati De Micheli di Milano e Luppi di Verona, e per loro il processo è imminente. Gli arresti di gran parte dei componenti della presunta banda risalgono, infatti, a qualche mese fa. La posizione di quattro degli iniziali indagati è stata già trasmessa per competenza territoriale ad altre Procure. I rimanenti cinque, di cui si occupa la Procura di Venezia, sono stati rimessi in libertà dal Tribunale del riesame, che ha imposto loro obbligo o divieto di dimora. Dunque sono i sequestri delle autovetture, intestate a prestanome, a costituire la misura più fastidiosa per la banda. Le indagini, proseguite per mesi, sono state particolarmente difficili in quanto l'organizzazione, con sede in Romania, ha un raggio d'azione esteso in numerosi Paesi europei e i suoi componenti sono in continuo movimento, nel tentativo di far perdere le proprie tracce e confondere gli investigatori. Per cercare di coordinare le indagini, di fronte ad un fenomeno transnazionale, è stato anche promosso un vertice delle forze di polizia europee. Le vittime sono sempre anziani, avvicinati da donne o ragazze che li salutano con grandi sorrisi e li abbracciano facendo riferimento ad inesistenti amicizie pregresse, a parentele inventate, a rapporti di vicinato immaginari. La sceneggiata è così ben architettata che, approfittando del momento di comprensibile smarrimento e sconcerto, gli anziani vengono alleggeriti di oggetti preziosi: nella stragrande maggioranza si tratta di orologi Rolex o altri preziosi. Gli investigatori hanno scoperto che, in alcuni casi, sono state utilizzate avances a sfondo sessuale per far capitolare le vittime, alcune delle quali non hanno sporto querela per la vergogna di rendere pubblico l'accaduto.

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Il Gazzettino