Le partecipazioni della Provincia

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PORDENONE - Dato per acquisito che il Decreto Madia obbliga i Comuni a dismettere le quote delle società che non rappresentano enti strumentali nè che offrono servizi di interesse comunale, le amministrazioni comunali della Destra Tagliamento che detengono quote dell'Atap spingono sull'acceleratore e cercano una strategia comune per cedere le loro azioni. Insieme, perché l'unione fa la forza e offre loro maggior potere contrattuale.

La prima riunione per lanciare l'idea, convocata da Alessandro Ciriani, sindaco del Comune che con il 31,8% delle quote rappresenta il primo azionista, si è tenuta ieri in Sala Rossa in Municipio. Numerosi i Comuni presenti ai quali il segretario generale del Comune, Primo Perosa, ha illustrato non solo gli obblighi di legge, ma anche le ragioni per le quali è conveniente vendere di comune accordo.
Innanzi tutto, il valore di Atap: secondo l'ultima perizia, la società di trasporto vale ora oltre 93,7 milioni (circa 3 in più rispetto al luglio 2015) ai quali si aggiungono poco più di 5 milioni di riserve che i soci dovrebbero spartirsi secondo le quote azionarie possedute. Poi, il fatto che il quadro di riferimento è cambiato: al di là delle disposizioni del Decreto Madia, l'Atap in futuro non potrà garantire gli stessi utili degli anni passati: sui conti peseranno infatti il ribasso attuato dalla Scarl di cui fa parte per vincere le gara decennale del trasporto pubblico regionale, l'aumento di chilometraggio imposto dalla gara (con conseguenti maggiori oneri di manutenzione dei mezzi), le penali introdotte per il comparto (ritardi, salto corse, ecc.): «Stando ad una simulazione - ha spiegato Ciriani - il nuovo sistema avrebbe comportato sul bilancio penali per circa 2 milioni. Questo obbligherà l'azienda ad uno scatto di efficienza».
Tra i comuni la proposta di Ciriani ha trovato un'accoglienza positiva. Ora il Comune capoluogo si è incaricato di inviare a tutti i sindaci stima del valore di Atap e bozza di convenzione, ma con una già dichiarata apertura a valutare ogni proposta e osservazione, a partire dall'idea di spalmare su due anni (o su un periodo più o meno ampio) i 5 milioni delle riserve. Obiettivo: arrivare alla quadra entro l'estate.
Ma gli acquirenti ci saranno? È il dubbio sollevato da qualche sindaco. Ciriani (confortato anche dalla testimonianza di Cordenons, relativa a contatti del 2012) ha assicurato che «i potenziali acquirenti e non solo esteri, ci sono». A cominciare dai principali soci della scarl, ma senza escludere quelli che l'ultima gara del trasporto pubblico regionale l'hanno persa.

Resta il nodo delle quote della Provincia (27,8%) che ora passeranno alla Regione che, comunque, dovrà disfarsene. «Superiamo le divisioni partitiche - ha chiesto Ciriani - e facciamo in modo che queste risorse reastino sul territorio».
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Il Gazzettino