LE OPERE «Fare libri, stamparli, leggerli, scriverli, raccoglierli, venderli,

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LE OPERE«Fare libri, stamparli, leggerli, scriverli, raccoglierli, venderli, recensirli, nella mia vita mi sembra di non aver fatto altro, come se un'ossessiva passione mi avesse...

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LE OPERE
«Fare libri, stamparli, leggerli, scriverli, raccoglierli, venderli, recensirli, nella mia vita mi sembra di non aver fatto altro, come se un'ossessiva passione mi avesse travolto appena ragazzo. Eppure da sempre mi è sembrato fare libri a Venezia, come se il tempo che intanto è passato non sia bastato a cancellare una storia che ha ormai cinque secoli e più». Così scriveva Cesare De Michelis in un piccolo e prezioso libro, Tra le carte di un editore, dove si prova a spiegare come si può continuare a produrre con successo a Venezia libri di carta, quando i grandi editori cominciano a chiedersi se vi sia ancora un futuro per quell'oggetto portato a perfezione dal genio di Aldo Manuzio nella stessa città, circa cinque secoli prima. De Michelis era un raffinato intellettuale, un grande talent scout, un editore di cultura con una definita identità, il suo modello restava ancora quello di Manuzio, editore che espone nei libri, o lascia intravedere, le proprie idee.

IL CATALOGO

Decisiva per questo progetto in difesa della cultura, dell'umanesimo che la tecnologia va cancellando, è la costruzione di un catalogo che, come nel caso della Marsilio, è fatto di migliaia di titoli e di un rapporto di fiducia con alcuni autori. Il talent scout era garantito dal critico militante che sapeva leggere e individuare il talento e le potenzialità di un autore a fiuto, come dimostra il suo saggioFiori di carta del 1990. Un periscopio sulla nuova narrativa davvero esemplare per orientare la navigazione tra i marosi della contemporaneità di cui De Michelis, riesce a leggere con lucidità la continuità e le fratture fra tradizione e modernità. Proprio in quegli anni, la Marsilio da lui diretta, che fino a quel momento si era dedicata alla saggistica di riflessione politica e culturale, con successi editoriali anche clamorosi (come Il sesso in confessionale di Norberto Valentini e Clara Di Meglio, o Pinelli: un suicidio di Stato di Marco Sassano), lancia sul mercato una collana di giovani scrittori inediti. Susanna Tamaro decide di inviare un manoscritto, La testa fra le nuvole che diventa il suo primo romanzo edito dopo una trentina di rifiuti. L'anno dopo, Marsilio decide di pubblicare anche il secondo Per voce sola (il suo più bello) che passa quasi inosservato, nonostante le attenzioni che riceve da Fellini e Moravia. Poi arriverà il successo mondiale, dodici milioni di copie vendute, di Va' dove ti porta il cuore che però ha un altro editore. Capiterà ad altri autori di best-seller, come Margaret Mazzantini anche lei esordiente con il suo libro più bello, Il catino di zinco. Ma nel catalogo Marsilio resta, con gli altri due suoi romanzi, Uomini che odiano le donne il primo dei tre thriller scritti da Stieg Larsson; De Michelis ne comprende le potenzialità e lo lancia, con tutto quello che segue: un exploit mondiale, i film, la moda del giallo scandinavo. Ma l'editore ancora umanista restava sempre fedele alla sua filosofia: «È sempre più divertente vendere i libri che si fanno che fare i libri che si vendono».
Renato Minore
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino