«Le mani di Quinn devono stare a Venezia»

«Le mani di Quinn devono stare a Venezia»
L'INCONTROVENEZIA «Non importa se le mani di Lorenzo Quinn resteranno a Venezia o no. Quel che veramente conta è che siano entrate nella leggenda. E con 230 milioni di persone...

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L'INCONTRO
VENEZIA «Non importa se le mani di Lorenzo Quinn resteranno a Venezia o no. Quel che veramente conta è che siano entrate nella leggenda. E con 230 milioni di persone che hanno avuto modo di visionarla solo in rete, rappresentino l'opera d'arte più vista e condivisa di tutti i tempi». Lorenza Lain, general manager di Ca' Sagredo, non ha usato mezze misure ieri nel commentare l'imminente smontaggio della scultura sul Canal Grande con la quale a suo giudizio il cinque stelle extralusso «ha fatto la storia».

LA RIMOZIONE
Le operazioni di rimozione dell'opera, infatti, avranno inizio lunedì prossimo alla presenza dell'artista, e richiederanno una quindicina di giorni di lavoro. «Sulla collocazione definitiva di Support, ancora non possiamo dire nulla di preciso - ha continuato - Lorenzo vorrebbe che restassero in città, ma chiederà come condizione fondamentale a Comune e Soprintendenza la loro sistemazione di un museo pubblico. In caso contrario, ogni altra ipotesi resta aperta. Anche il Metropolitan di New York». Le precisazioni della general manager, durante e a margine di un incontro pubblico organizzato nella Sala della Musica, che ha visto la partecipazione di diversi veneziani sostenitori della scultura. «Il tempo delle mani è scaduto - ha aggiunto - Per volontà della Soprintendenza, che non le ha mai avute in simpatia ritenendole inadatte per il Canal Grande, se ne dovranno andare da Ca' Sagredo dopo un anno fantastico e ricco di soddisfazioni, nonostante il rifiuto della Biennale di farle rientrare sia tra le opere ufficiali sia tra i suoi eventi collaterali. Atteggiamenti diversi da quello assunto dal sindaco Luigi Brugnaro. Che ha sostenuto l'idea sin dalla sua prima esposizione».
L'IDEA
Idea nata dalla general manager di Ca' Sagredo e dall'artista (uniti da vincoli non solo d'amicizia ma di parentela) nel 2015, durante i festeggiamenti a Venezia del cinquantesimo compleanno di quest'ultimo. All'origine della presentazione di un video inedito sul Lorenzo Quinn privato, e ricco di testimonianze visive sul padre Anthony, sulla madre Jolanda Addolori e sugli altri componenti la famiglia. Che si è accompagnato ad altri video dedicati all'installazione e alla successiva inaugurazione dell'opera il 12 maggio, e alle sculture ritenute più famose e riuscite dal loro realizzatore. «Non avrei mai chiesto a Lorenzo di fare qualcosa per questo palazzo se da sempre non fossi stata innamorata delle sue creazioni - ha concluso Lain - Volevo qualcosa che rappresentasse l'essenza di Venezia, partendo dall'idea dell'arte che sostiene l'arte. A giudicare dai consensi raccolti in un anno di esposizione pubblica, credo di esserci riuscita». In chiusura, il concerto dei musicisti e compositori Sara Michieletto e Giorgio Schiavon, organizzato dal Centro teatrale universitario. Che idealmente e anche con l'ausilio di un ultimo video, ha associato Support di Lorenzo Quinn al tema dei cambiamenti climatici e della tutela dell'ambiente.

Vettor Maria Corsetti
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Il Gazzettino