Le foto di una spia alla riunione sindacale

Le foto di una spia alla riunione sindacale
UDINE - Gennaro Gervasio, docente all'università britannica del Cairo e l'ultima persona a parlare al telefono con Giulio Regeni, è stato sentito per circa tre ore in procura,...

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UDINE - Gennaro Gervasio, docente all'università britannica del Cairo e l'ultima persona a parlare al telefono con Giulio Regeni, è stato sentito per circa tre ore in procura, a Roma, dal pm Sergio Colaiocco, titolare dell'inchiesta giudiziaria. Gervasio è la persona che la sera del 25 gennaio aveva un appuntamento alle 20 con Regeni per andare a cena, appuntamento al quale il giovane non è mai arrivato. Il docente universitario è anche lo stesso che diede l'allarme sulla scomparsa di Regeni.

Intanto le indagini sarebbero a una svolta forse decisiva. Da quanto si è potuto apprendere all'assemblea dei sindacati indipendenti svoltasi al Cairo l'11 dicembre nella quale sono state gettate le basi per arrivare ad una grande manifestazione dei lavoratori contro il governo di Al Sisi, Giulio Regeni fu fotografato da qualcuno che con quella riunione non c'entrava niente ma che, probabilmente, ha invece molto a che fare con la sua scomparsa e la sua morte. Giulio sarebbe stato ucciso per aver scritto proprio di quella riunione sul sito Nena News. Il nuovo particolare emerge dall'interrogatorio di tre ricercatori universitari dell'American university del Cairo che hanno fornito importanti elementi. Quel venerdì 11 dicembre, hanno raccontato, al Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati del Cairo (Ctuws), qualcuno ha fotografato Giulio, probabilmente l'unico occidentale presente.
Un personaggio, hanno sottolineato, che lo stesso Regeni descrisse loro come «fuori dal contesto sindacale». Da quella situazione, il ragazzo fu particolarmente toccato. «Era scosso e impaurito - hanno detto i ricercatori - anche se, dopo il rientro al Cairo dalle vacanze natalizie, sembrava meno preoccupato». In ogni caso, è un fatto che quell'11 dicembre qualcuno prese di mira Giulio, o almeno così lui stesso percepì quella situazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino