LE ESPOSIZIONI Sono i grandi nomi della moda i moderni mecenati dell'arte contemporanea.

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LE ESPOSIZIONI
Sono i grandi nomi della moda i moderni mecenati dell'arte contemporanea. La riprova nelle mostre organizzate dalla due Fondazioni Prada e Louis Vuitton in occasione della Biennale architettura di Venezia. Articolato e suggestivo progetto legato al tema dell'esilio la prima, una video-installazione popolata da creature animate e mutanti la seconda. Ieri la presentazione di entrambe, proprio mentre il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta attraversava Le Corderie all'Arsenale.

CA'CORNER DELLA REGINA
Ad appena cinque minuti dalla presentazione dell'evento intenso lavorio a Ca' Corner della Regina. Ecco gli operai che lucidano il pontile, mentre all'ultimo piano del settecentesco palazzo, che s'affaccia sul Canal Grande, con spesse corde issano l'enorme manifesto Machines à penser, titolo della mostra voluta dalla Fondazione Prada. Allo scoccare delle dieci tutto è pronto e si aprono i battenti. Ci si immerge così nel mondo di tre grandi della filosofia del XX secolo: Theodor Adorno, Martin Heidegger e Ludwig Wittgenstein. Si esplora attraverso la loro vita le condizioni dell'esilio, della fuga, del ritiro sia fisico che mentale: un isolamento imposto o cercato. Adorno è protagonista della prima parte della mostra al pianterreno. Per il filosofo tedesco l'esilio non è stata una dimensione della mente, ma una realtà sofferta imposta dall'affermazione del nazismo in Germania. Prima ad Oxford e poi a Los Angeles dove scrive Minima moralia, raccolta di aforismi sul destino dell'esule. Ad accogliere il visitatore c'è una gigantesca foto di Patrick Lakey che riproduce l'interno di Villa Aurora che ospitava Adorno ed altri esuli tedeschi durante il soggiorno americano. In sottofondo la musica del compositore austriaco Hanns Eisler, pure lui esiliato durante gli anni del fuhrer. S'imbocca poi la monumentale scala che porta al primo piano nobile del palazzo occupato nell'Ottocesto dal Monte di Pietà e fino agli anni Novanta dall'archivio storico della Biennale prima dell'arrivo di Miuccia Prada. Qui domina il contrasto o l'arte nell'arte. Lo sguardo del visitatore si sposta tra gli affreschi settecenteschi che ricoprono pareti e soffitti ritraendo la vita di Caterina Cornaro, futura Regina di Cipro, e la piccola casetta in legno. Una riproduzione, in scala ridotta all'88%, del rifugio inerpicato nella Foresta nera dove Heidegger si ritirava. Alle pareti le foto del filosofo e della moglie. E sempre un piccolo alloggio abbarbicato su un fiordo in Norvegia è l'angolo del pensare per Wittgenstein. «In questi spazi i tre filosofi hanno creato i loro pensieri più profondi - spiega il curatore della mostra Dieter Roelstraete - l'isolamento, sia scelto e sia imposto, sembra avere decisamente influenzato la loro ispirazione». (Mostra visitabile dal 26 maggio al 25 novembre)
ESPACE VUITTON

Dieci minuti più in là, in calle del Ridotto, sopra tre piani di bellissima moda firmata Louis Vuitton, l'Espace della Fondazione accoglie Emissary forks at perfection dell'artista americano Ian Cheng. È il secondo capitolo della trilogia Emissaries dedicata a tre tempi diversi: passato, futuro vicino e futuro lontano. L'ampio spazio accoglie una parete di proiezione audiovisiva che coinvolge e inquieta. Un mix di film, programmazione computerizzata e videogiochi. Protagonisti cani e figure solo lontanamente umane travolti da una bufera senza soluzione all'interno di un cratere spento. Creature animate e mutanti nelle mani dell'artista con una ricca formazione tra arti visive e scienze cognitive. (Mostra aperta al pubblico da oggi al 25 novembre).
Raffaella Ianuale
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Il Gazzettino