LE DECISIONI PORDENONE Non militarizzata, perché nonostante il cambio al

LE DECISIONI PORDENONE Non militarizzata, perché nonostante il cambio al
LE DECISIONIPORDENONE Non militarizzata, perché nonostante il cambio al vertice della Prefettura, non è cambiata la linea: bisogna educare, consigliare, e solo in caso di...

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LE DECISIONI
PORDENONE Non militarizzata, perché nonostante il cambio al vertice della Prefettura, non è cambiata la linea: bisogna educare, consigliare, e solo in caso di estrema necessità colpire. Ma blindata sì, perché il ritorno alla mobilità diffusa (che sia nel week-end entrante o a fine settimana) associato a un contagio ancora significativo e diffuso richiederà uno sforzo in più per far rispettare le regole. La provincia di Pordenone attenderà il Natale così, con un nuovo pacchetto di regole (ma sarebbe più corretto parlare di applicazione di norme esistenti) che sarà discusso domani in una riunione di vertice in Prefettura.

LA CIRCOLARE
Il documento è pronto e arriverà sul tavolo del prefetto Domenico Lione, si attende solo la firma del Dpcm da parte del presidente del Consiglio. Ma la mappa dei controlli e delle modifiche al sistema dei contingentamenti è già allo studio. In Prefettura il nodo è già chiaro: quando si tornerà alla mobilità tra i comuni (e almeno sino al 20 dicembre anche tra le regioni gialle), risorgerà la voglia di frequentare i centri più grandi. E il periodo natalizio porterà più persone nei negozi e nei centri commerciali. Il Viminale raccomanderà sostanzialmente questo: contingentare le strade generalmente più affollate e inasprire i controlli, stringendo le maglie soprattutto nelle ore chiave dello shopping. In provincia di Pordenone la soglia di attenzione sarà alzata su tre fronti: il centro del capoluogo, che sarà monitorato con più uomini e in modo più capillare; i grandi centri commerciali dell'hinterland e del Sacilese; infine le stazioni ferroviarie e le principali uscite dell'autostrada A28, nonché l'asse della Pontebbana.
LE COMPERE
Le parziali riaperture natalizie interesseranno anche il Friuli Venezia Giulia. Ma il contagio, pur in leggero calo, resta ancora elevato. Quindi, per evitare di passare un gennaio di clausura si punterà a garantire il massimo rispetto delle regole. Come? Innanzitutto combattendo gli assembramenti. Così torna di moda l'idea di transennare alcune strade particolarmente affollate, in modo tale da regolamentare gli accessi soprattutto nei fine settimana e nelle ore di maggior afflusso. Un centro sul modello del mercato? Non tutto, ma le vie dello shopping potrebbero diventare temporaneamente a numero chiuso, grazie magari all'impiego di volontari e steward urbani. Il Comune di Pordenone ha già dato la sua disponibilità. Nei centri commerciali, invece, sarà vivamente consigliato l'uso del contapersone. Era già stato implementato nella cosiddetta fase due, immediatamente dopo l'uscita dal lockdown di primavera. Tornerà per evitare le folle al chiuso. E anche le forze dell'ordine, specie nei fine settimana, presidieranno i grandi poli del commercio. Infine statali, autostrade e stazioni, dove i controlli saranno potenziati soprattutto da quando scatterà il divieto di spostamento tra le regioni, anche se gialle.
LA REGIONE
Anche il presidente Fedriga ha in cantiere un'ordinanza restrittiva: scatterà solo dopo il passaggio del Fvg in zona gialla e prevederà ad esempio il divieto di consumare cibi e bevande al bancone. Lo si potrà fare solamente da seduti al tavolino. Anche la capienza dei locali sarà limitata rispetto al passato.
DAL GOVERNO

Intanto il Fvg attende di sapere se diventerà zona gialla già entro il fine settimana oppure se bisognerà attendere ancora sette giorni per il passaggio alla fascia con meno restrizioni, che prevede la riapertura di bar e ristoranti ma anche la caduta del divieto di spostamento tra i comuni. L'Istituto superiore di sanità tiene la regione sotto stretta sorveglianza, dal momento che il calo dell'incidenza del contagio non è apprezzabile come in altre aree d'Italia. L'indice Rt è basso (si attende il nuovo aggiornamento), ma pesa lo stress a cui è sottoposto il sistema sanitario locale. Dall'establishment del presidente Fedriga filtra ottimismo, mentre c'è più cautela dalle fonti più vicine ai vertici dell'Istituto superiore di sanità.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino