Le Baruffe Chiozzotte Leggerezza e malinconia

Le Baruffe Chiozzotte Leggerezza e malinconia
TEATROSemo donne da ben, e semo donne onorate; ma semo aliegre, e volemo stare aliegre, e volemo balare, e volemo saltare. E volemo che tutti posse dire: e viva le Chiozotte, e...

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TEATRO
Semo donne da ben, e semo donne onorate; ma semo aliegre, e volemo stare aliegre, e volemo balare, e volemo saltare. E volemo che tutti posse dire: e viva le Chiozotte, e viva le Chiozotte!. Con un finale positivo che rende omaggio all'anima femminile e a Chioggia, Carlo Goldoni chiude con il sorriso un testo tra i più riusciti nel suo repertorio, quel Le baruffe chiozzotte che fu l'ultima commedia scritta a Venezia e che, dal debutto nel 1762, è stata adattata da molte mani registiche. Giocando la carta dell'evergreen, il Teatro Stabile del Veneto ha voluto produrre un nuovo allestimento, in cartellone al Teatro Goldoni di Venezia fino al 19 novembre (www.teatrostabileveneto.it) e poi al Toniolo di Mestre, a Thiene e a Portogruaro. Le chiozzotte è un affresco di grande leggerezza e irresistibile divertimento, che tuttavia lascia intravedere il colore della malinconia, la sensazione del tempo che fugge. Diretto da Paolo Valerio, lo spettacolo vede in scena un cast di attrici e attori capaci di dare corpo e voce a uomini e donne innocenti e rudi, esemplari imperfetti di un'umanità straordinaria: Luca Altavilla, Francesca Botti, Leonardo De Colle, Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Riccardo Gamba, Margherita Mannino, Michela Martini, Valerio Mazzucato, Giancarlo Previati, Marta Richeldi, Vincenzo Tosetto e Francesco Wolf. Le donne sulla scena hanno una sola urgenza: quella di non far passare un altro inverno senza essersi maritate. Perché i loro uomini sono pescatori e presto ripartiranno per mare. «Il mondo femminile, fatto di famiglie e relazioni, di lavoro al merletto e di sogni d'amore, di attesa e di vitalità, è il luogo della strada dice Valerio - Accanto, il canale, il mondo degli uomini del mare che tornano per ripartire. Da qui la scelta di aprire lo spazio, di lasciare liberi corpi e musica. Ognuno di questi personaggi, che il regista definisce terreni, acquei, innocenti e rudi, è importante da costruire sul palcoscenico, avventurandosi oltre i suggerimenti del testo. Uno spettacolo corale chiarisce Valerio - dove l'idea di scenografia condivisa con Antonio Panzuto abolisce le sottili pareti delle case per andare oltre ed entrare ancora di più nelle anime dei personaggi». Per raggiungere lo scopo, ovvero il superamento dello stato di zitella, le donne cercano l'anello e il matrimonio. Le regole di Chioggia vanno rispettate e le differenze di censo tra pescatori sono semplici ma chiare.

Giambattista Marchetto
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Il Gazzettino