LAVORO A RISCHIO ROVIGO Dopo l'ondata di maltempo che ha avuto risvolti pesanti

LAVORO A RISCHIO ROVIGO Dopo l'ondata di maltempo che ha avuto risvolti pesanti
LAVORO A RISCHIOROVIGO Dopo l'ondata di maltempo che ha avuto risvolti pesanti per alcune zone del Polesine colpite duramente dalla quantità di pioggia caduta nel giro di poche...

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LAVORO A RISCHIO
ROVIGO Dopo l'ondata di maltempo che ha avuto risvolti pesanti per alcune zone del Polesine colpite duramente dalla quantità di pioggia caduta nel giro di poche ore tanto da provocare pesanti allagamenti a Costa, Lusia, Villamarzana, Villanova Del Ghebbo, Frassinelle, Pincara, Lendinara e Arquà, ora l'emergenza riguarda il lavoro agricolo nelle zone colpite dal nubifragio. A lanciare un vero e proprio grido d'allarme, come già aveva fatto il presidente provinciale di Coldiretti Carlo Salvan, sono sia i lavoratori del settore primario della Fai Cisl sia gli imprenditori agromeccanici che fanno capo a Confindustria Venezia-Rovigo. Entrambi dipingono una situazione che desta notevoli preoccupazioni e invocano il sostegno delle istituzioni, a partire dalla Regione.

AGRICOLTURA IN CRISI
Andrea Padoan, segretario provinciale aggiunto di Fai Cisl, spiega: «Le copiose piogge abbattutesi in questi giorni sulle campagne dell'Alto Polesine stanno destando preoccupazioni. Il sole timidamente sembra rasserenare le giornate e le acque stanno rientrando negli scoli facendo riemergere le piantine di ortaggi coltivati nelle campagne di Lusia, ma la conta dei danni non è ancora terminata. La Fai-Cisl Padova Rovigo, che nel territorio altopolesano rappresenta centinaia di operai agricoli, in prevalenza stagionali, oltre a esprimere solidarietà alle aziende colpite, dichiara la sua preoccupazione per le ricadute negative che i danni alle colture provocheranno anche sull'occupazione».
OPERAI STAGIONALI
Per i tanti operai agricoli impegnati negli orti e nelle campagne, la probabile riduzione di giornate lavorate avrebbe infatti un doppio effetto negativo: a stretto giro significherebbe una sostanziale riduzione degli stipendi mentre, nel lungo periodo, «la perdita di giornate provocherebbe anche la riduzione degli importi delle disoccupazioni agricole del prossimo anno, fondamentale integrazione del reddito per molte famiglie di questi operai».
Una vera e propria lama a doppio taglio, insomma, contro la quale Fai Cisl «auspica che la Regione attivi lo stato di calamità a sostegno delle aziende agricole e della manodopera locale».
CONFINDUSTRIA

Dal fronte degli imprenditori, a far sentire la propria voce è Alfredo Zanirato, presidente della sezione Agromeccanici di Confindustria Venezia Rovigo, il quale in prima istanza annuncia: «Stiamo dialogando con le associazioni di categoria e al nostro interno per chiedere il sostegno delle istituzioni e accelerare il percorso di riconoscimento del comparto agromeccanico» perché, ad oggi, la categoria «non può beneficiare di alcuna misura straordinaria prevista per il mondo agricolo e non può assicurarsi contro il mancato reddito causato da ondate di maltempo eccezionale». Il rischio paventato è che i costi di un eventuale intervento per il ripristino delle condizioni ottimali non siano coperti dalle imprese agricole o dal sistema e finiscano per pesare nuovamente ed esclusivamente sulle imprese che svolgono servizi meccanizzati in conto terzi. In alcune province del Veneto, si stima di dover riseminare fino al 30-40% del mais già piantato lo scorso aprile. Previsti inoltre pericoli di diffusione di malattie fungine in cereali a paglia, ritardi nella raccolta dei foraggi e nella trinciatura dei cereali destinati ai digestori per la produzione del biogas. «In alcuni casi riferisce Zanirato , le aziende agricole intendono lasciare i terreni incolti, per non esporsi al rischio in una stagione in cui si preannunciano cali produttivi diffusi a causa del maltempo. Qualora, invece, le imprese agricole ricorrano a nuovi interventi degli agromeccanici, dovrebbero calcolare un aumento dei costi di produzione, per quanto possano essere applicate tariffe di favore. Non si può che auspicare un intervento di sostegno da parte delle istituzioni, Regione in primis».
Elisa Barion
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Il Gazzettino