Questa volta sono le fragole: a ogni stagione i suoi frutti e i suoi lavoratori in nero. I blitz per verificare le irregolarità nell'impiego della manodopera nelle campagne del...
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In una, con sede proprio sul territorio del capoluogo, gli uomini dell'Ispettorato territoriale del lavoro di Ferrara e Rovigo, insieme ai carabinieri dello specifico Nucleo, hanno trovato, chini sulle piantine di fragole a raccoglierne i frutti, ben sei operai completamenti privi di contratto. Per il titolare dell'azienda sono così scattate le pesanti sanzioni pecuniarie previste dalla legge, inasprite dai recenti aggiornamenti normativi in materia.
Non sono passate indenni dai controlli nemmeno le altre imprese agricole, dove sono state riscontrate violazioni in materia di prevenzione e in particolare per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro.
«Le ispezioni - fa presente Maurizio Tedeschi, che guida l'Ispettorato - rientrano nella vasta e costante attività di contrasto al fenomeno del caporalato e del lavoro nero in agricoltura, e sono frutto di una puntuale attività di intelligence che parte dall'attento controllo del territorio provinciale con monitoraggio costante, anche a mezzo della geolocalizzazione dei fondi agricoli e delle colture praticate».
Si tratta di uno specifico piano sperimentale per il Polesine varato dal ministero per la «ottimizzazione della vigilanza nel settore agricolo» che passa dallo studio delle produzioni e dalla stima del fabbisogno di manodopera. Un piano che ha dato i suoi frutti: da maggio a novembre dello scorso anno, a Concadirame, Villamarzana, Polesine Camerini, Arquà, Lusia e Castelnovo Bariano, sono stati trovati in tutto 52 lavoratori in nero, marocchini, pakistani e anche italiani, piegati a raccogliere di tutto, dall'aglio ai piselli passando per angurie e kiwi. Senza contratto e senza diritti.
«Il fenomeno del lavoro nero in agricoltura - nota amaramente Tedeschi - rimane su livelli elevati nonostante i ripetuti controlli».
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Il Gazzettino