Laste, una manza sbranata dal lupo

Laste, una manza sbranata dal lupo
ROCCA PIETORE Malga Laste è stata visitata dal lupo e a farne le spese...

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ROCCA PIETORE

Malga Laste è stata visitata dal lupo e a farne le spese è stata una manza che è stata letteralmente sbranata. Ieri mattina la scoperta è toccata al gestore Diego Dorigo. A una prima reazione di stupore, in quanto in zona il lupo non si era mai fatto vivo, è seguita poi quella dello sconforto. «Siamo senza parole - afferma Dorigo -: di quest'animale abbiamo trovato solo la carcassa. L'amarezza è grande: non tanto per il danno economico che questa perdita comporta quanto piuttosto per l'aspetto morale nei confronti di chi ci ha affidato le loro bestie per il pascolo estivo e nei confronti dei quali, ora, dovremo trovare le parole per spiegare che il loro animale è andato perduto. Indubbiamente c'è una responsabilità di fondo nonostante in casi estremi come questo, sinceramente, non c'è assolutamente negligenza da parte nostra in quanto siamo impotenti nel fronteggiare una minaccia come quella del lupo». «Attualmente - prosegue l'allevatore - ho una sessantina di capi in affido più le mie; manze e vitelle vivono allo stato brado e non è possibile riunirle, per la notte, in recinti di ripiego. Chi consiglia ciò, non sa nulla di questo lavoro. Chi mi dice che il lupo non riesca ad entrare nel recinto, che ricordo è solo temporaneo? Se questi esemplari riescono ad accedere nel recinto fanno una vera e propria strage perché i bovini, a quel punto, non possono muoversi». «Naturalmente - continua Dorigo - ora ho paura che anche le altre bestie possano subire degli attacchi perché il lupo, una volta trovata la preda, è possibile che ritorni. Ma con i recinti non si risolve nulla: se non si fanno non è per mancanza di volontà quanto piuttosto perché non sono la soluzione al problema. È chiaro che se qua si vuole salvaguardare quel poco di alpeggio che ancora c'è le autorità preposte devono per forza prendere i dovuti provvedimenti, altrimenti saremo sempre in balìa del lupo. A quel punto, la cosa si farebbe molto seria».

Dario Fontanive
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Il Gazzettino