«Lassù sarò cavia e tecnico di laboratorio»

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ROMA - Dalla stampante in 3D che in futuro permetterà di fabbricare in orbita pezzi di ricambio per i veicoli spaziali all'angolo bar che, oltre a rilassare gli astronauti con un caffé espresso, permetterà di saperne di più sul comportamento dei fluidi: sono fra i dieci esperimenti di "Futura", la seconda missione di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). A seguirli, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sarà la prima donna astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. «Avrò l'orgoglio di essere cavia e tecnico di laboratorio», aveva detto parlando dei dieci esperimenti italiani. Di questi, due hanno avuto un fuori programma spiacevole: erano infatti a bordo del razzo Antares esploso in volo il 29 ottobre scorso. Entrambi sono stati distrutti, ma l'Asi si è attivata immediatamente per rimpiazzarli in tempi brevi. Una delle apparecchiature è quella dell'esperimento "Drai Brain", coordinato dal medico Paolo Zamboni, del Centro per le malattie vascolari dell'università di Ferrara e teso a verificare l'ipotesi secondo la quale una delle cause della sclerosi multipla potrebbe essere il restringimento dei vasi sanguigni di testa e collo. L'altro esperimento è Wearable monitoring, basato su una maglietta equipaggiata con sensori in grado di misurare ritmo del cuore e del respiro durante il sonno, e l'Unità elettronica portatile per raccogliere i dati. La tanto attesa macchina per il caffé espresso si farà desiderare fino ad aprile. La macchina è stata costruita in Italia, dalla collaborazione fra Argotec, Lavazza e Finmeccanica-Selex Es. La stampante in 3D è tutta italiana, costruita da Altran e dalla Thales Alenia Space.
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Il Gazzettino