LAPOLEMICA VENEZIA «Lo dico chiaro e tondo: i dati che io fornisco sono

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LAPOLEMICAVENEZIA «Lo dico chiaro e tondo: i dati che io fornisco sono quelli del monitoraggio che avviene in tempo reale negli ospedali, non ci sono intermediazioni e preciso...

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LAPOLEMICA
VENEZIA «Lo dico chiaro e tondo: i dati che io fornisco sono quelli del monitoraggio che avviene in tempo reale negli ospedali, non ci sono intermediazioni e preciso che nessuno mi ha mai chiesto di modificare i dati. Dati falsi non ne darei neanche se me lo chiedessero. E non me li hanno mai chiesti. Facciano inoltre presente che noi i dati, in piena trasparenza, li abbiamo sbandierati anche quando erano pessimi». Così ieri mattina a Marghera il dottor Paolo Rosi, coordinatore della Unità di crisi per l'emergenza coronavirus della Regione Veneto. Una precisazione inaspettata fatta prima di presentare i dati sui ricoveri delle terapie intensive, ma che è parsa una risposta alla trasmissione Report che sarebbe andata in onda qualche ora dopo.

La puntata di ieri sera su Rai3, condotta da Sigfrido Ranucci, si è occupata anche della sanità veneta: Nella gestione del virus all'inizio sono stati i primi della classe. Ma a gennaio hanno registrato il tasso di mortalità più alto d'Italia. Nonostante il parametro di occupazione delle terapie intensive fosse stato superato, già a novembre, il Veneto è rimasto in zona gialla. Perché?. Nel servizio si è ascoltata una anonima tracciatrice che ha raccontato di essersi accorta a novembre di una «anomalia»: le persone positive che dovevano essere chiamate dai tracciatori - ha detto - risultavano nei computer già descritti come asintomatici. E siccome il numero dei sintomatici vale per quantificare l'indice di contagio Rt, i dati sarebbero stati calcolati per restare in zona gialla? Preventiva, dunque, la dichiarazione di Rosi: «I dati che vi fornisco sono reali e senza intermediazioni». (al.va.)
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Il Gazzettino