La violenza sulle donne «Noi, medici sentinelle»

La violenza sulle donne «Noi, medici sentinelle»
È al pronto soccorso, dove la donna arriva stremata dopo anni di soprusi psicologici e fisici, che il problema della violenza subita soprattutto in famiglia va affrontato, non...

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È al pronto soccorso, dove la donna arriva stremata dopo anni di soprusi psicologici e fisici, che il problema della violenza subita soprattutto in famiglia va affrontato, non solo per curare le ferite ma per ascoltare, per offrire un'alternativa, anche per chi ha figli. Il convegno "Violenza alla donna: approccio multidisciplinare nel sistema d'urgenza. Dall'accoglienza alle strategie di prevenzione", per tutta la giornata di ieri nell'aula magna del Bo, ha evidenziato quanto si sta facendo anche nel pronto soccorso dell'ospedale padovano, dove oltre all'assistenza medica è offerta quella psicologica e legale. «Noi continuiamo a lavorare al nostro meglio, ma vogliamo attirare maggiore attenzione da parte dalle istituzioni pubbliche, a partire di ministeri della Sanità e dell'Interno, intervenuti al convegno – sottolinea Ilenia Mezzocolli, in prima linea nel pronto soccorso dell'azienda ospedaliera padovana – un'ampia riflessione tra addetti ai lavori può consolidare un percorso che sappia essere più solido, con risposte più efficaci».

La giornata multidisciplinare è stata organizzata dall'Ordine dei medici in collaborazione con "Emergency Medicine and Care": «La violenza alle donne, ai bambini, agli anziani, che ha dei costi sociali e sanitari notevoli, va affrontata su due fronti - osserva la dottoressa Antonella Agnello dell'Ordine dei medici di Padova, coordinatrice del comitato scientifico del convegno e membro della consulta deontologica della federazione nazionale degli Ordini medici – con la creazione di una rete che sostenga il pronto soccorso e si prenda cura della "vulnerabilità", parola inserita nel nuovo codice deontologico della nostra professione, della vittima. E con un'attenzione particolare alla "comunicazione come tempo di cura". I medici, opportunamente formati, devono tornare ad ascoltare il paziente, come "sentinelle" non devono sottovalutare i segnali, anche non verbali, che rivelano episodi di violenza. Non è un caso che nelle cartelle dei medici di base ci siano pochissimi riferimenti a maltrattamenti, spesso si preferisce non approfondire, o meglio si è costretti, in mancanza di un supporto efficace che ci aiuti a risolvere un problema che non riguarda esclusivamente le donne, ma l'intera famiglia». L'Ordine punta molto a sensibilizzare gli studenti delle superiori, educandoli alla relazione e al rispetto, contrastando la discriminazione tra i sessi: «Il 9 dicembre concluderemo in sala Paladin del municipio un progetto portato avanti al liceo classico Tito Livio con il Soroptimist, l'Ulss e il Comune – preannuncia la dottoressa Agnello – la prevenzione deve partire coinvolgendo i più giovani, che si stanno dimostrando molto interessati».
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Il Gazzettino