LA VICENDA UDINE «Io le dimissioni non le do, perché non sono in colpa.

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LA VICENDA

UDINE «Io le dimissioni non le do, perché non sono in colpa. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità, compreso l'assessore al decentramento Antonio Falcone». La presidente di Laipacco-San Gottardo passa al contrattacco e non ci sta a fare da vittima sacrificale dopo il caos della riunione sul porta a porta del 7 gennaio, sospesa perché la sala non era in grado di accogliere tutto il pubblico. In seguito a quell'evento, sei consiglieri di quartiere hanno chiesto le sue dimissioni mentre Falcone si è limitato a dire che il Comune non c'entra e attende gli sviluppi. «L'assessore ha scaricato la responsabilità su una persona sola dice Anna Chiarandini - ma quell'incontro informativo non è stata una mia iniziativa personale: è stato deciso dal consiglio di quartiere all'unanimità il 9 dicembre. Inoltre, sul nodo sicurezza nato dall'eccessiva affluenza, c'è una responsabilità di Falcone: in occasione di un precedente incontro sul tema, organizzato quando ancora era assessore Daniela Perissutti, lei si era subito preoccupata di avvisare la Questura mentre il nuovo delegato non mi ha mai sollevato il problema». Anche sull'iniziativa dei sei consiglieri, la presidente si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Mi hanno mandato una mail di richiesta di dimissioni chiedendo la firma anche ai rappresentanti dell'opposizione spiega - e hanno subito reso pubblica la cosa. Penso che abbiano agito in modo affrettato: i panni sporchi si lavano prima in casa, tanto che avevo chiesto una riunione del consiglio per il 20 gennaio. Mi aspettavo maggior correttezza da parte loro, che almeno attendessero il tempo materiale per farmi metabolizzare la cosa. Ritengo che dietro ci siano strategie politiche per prendere il mio posto alla presidenza e questo è un modo per farlo, dato che io non appartengo a nessun partito». Chiarandini, però, non è disposta ad abbandonare senza lottare: «Il Comune si è lavato le mani dell'evento, i consiglieri mi sfiduciano, ma io sono anni che mi impegno per il territorio, l'ho fatto anche in questo caso e mi colpevolizzano. Non mi dimetto: me lo dovranno chiedere con una mozione scritta come prevede il Regolamento».

Al.Pi.
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Il Gazzettino