LA VICENDA CAMPOLONGO Avrebbe potuto finire in tragedia se una donna, nel cuore

LA VICENDA CAMPOLONGO Avrebbe potuto finire in tragedia se una donna, nel cuore
LA VICENDACAMPOLONGO Avrebbe potuto finire in tragedia se una donna, nel cuore della notte, non si fosse accorta che qualcosa, nella palazzina dove vive, non quadrava. Forse un...

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LA VICENDA
CAMPOLONGO Avrebbe potuto finire in tragedia se una donna, nel cuore della notte, non si fosse accorta che qualcosa, nella palazzina dove vive, non quadrava. Forse un cattivo odore, forse solo un presentimento. Così, per essere sicura che nel condominio non ci fossero pericoli, per se stessa e per le altre famiglie, si è alzata e ha telefonato al numero unico di emergenza Nue 112, chiedendo un controllo degli alloggi. In questo modo ha salvato la vita a parecchie persone, ai suoi vicini. È accaduto in un immobile dell'Ater che sorge nel comune di Campolongo Tapogliano: una struttura abitativa edificata negli anni Settanta, in buone condizioni, con quattro piani fuori terra. Il primo è adibito a scantinato e autorimessa, gli altri tre sono usati come residenza. Uno dei condomini, un uomo anziano, decide di comprare una stufa a pellet per scaldarsi. È convinto di riuscire a installarla da solo, e lo fa. Ma l'operazione non gli sarebbe riuscita - a quanto risulta dai primi accertamenti -, anche se lui è convinto di aver collegato la stufa perfettamente alla canna fumaria. È lunedì quando effettua l'acquisto e la mette in funzione. Poi arriva la sera. Tutte le famiglie che vivono in questo condominio vanno a dormire, ignare che la stufa sta producendo monossido di carbonio. Il micidiale gas, inodore e insapore, si fa strada e satura gli alloggi del primo piano: quello dell'anziano acquirente, che vive con il figlio e un'altra persona, e quello della vicina di pianerottolo, che ha dei figli piccoli e nel cui alloggio vivono cinque persone in tutto.

È quest'ultima che chiamerà il 112. Poi il monossido sale al secondo piano, attraverso un condotto interno verticale; qui, invece, abita un'anziana. Il terzo piano, l'ultimo, che ospita altre due famiglie, non viene invece raggiunto dal gas. Quando arrivano i vigili del fuoco misurano la concentrazione del monossido: è media. I locali vengono subito arieggiati. I sanitari, chiamati in emergenza, controllano le persone che possono aver respirato il gas: sono otto in tutto, tra cui tre ragazzi.
Nessuna di loro mostra gravi sintomi da intossicazione, anzi. Ma tutti vengono controllati per precauzione; due donne vengono condotte in codice verde all'ospedale di Palmanova, in ambulanza, e poi vengono dimesse. Ci sono anche i carabinieri. L'area viene bonificata e i pompieri inviano una diffida all'Ater, affinché quella stufa non venga più accesa. L'intervento si chiude di mattina presto: i bambini vanno a scuola, come sempre, i genitori al lavoro. Una tragedia sfiorata, insomma, che riporta ancora una volta l'attenzione sull'uso delle stufe in casa: ogni apparecchio deve essere installato a regola d'arte e deve essere controllato costantemente.

Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino