LA TRAGEDIA SAN GIORGIO IN BOSCO (PADOVA) Uniti nella vita, uniti in un tragico

LA TRAGEDIA SAN GIORGIO IN BOSCO (PADOVA) Uniti nella vita, uniti in un tragico
LA TRAGEDIASAN GIORGIO IN BOSCO (PADOVA) Uniti nella vita, uniti in un tragico destino. Ieri alle 7,30 sono morti nella loro villetta di Lobia, frazione di San Giorgio in Bosco...

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LA TRAGEDIA
SAN GIORGIO IN BOSCO (PADOVA) Uniti nella vita, uniti in un tragico destino. Ieri alle 7,30 sono morti nella loro villetta di Lobia, frazione di San Giorgio in Bosco (Padova), i coniugi Enrico Fontanella, 87 anni, originario di Varese, e la moglie Norma Todesco, 85 anni compiuti lunedì scorso. La causa è da attribuirsi con tutta probabilità ad una fuga di Gpl che alimentava gli impianti dello stabile. Una deflagrazione violenta, subito dopo l'incendio. La coppia lascia la figlia Rossana, 58 anni, psicologa ospedaliera a Verona dove vive. Ieri è accorsa immediatamente a Lobia ed è stato il cugino a darle la dolorosissima notizia della scomparsa di papà e mamma.

L'ALLARME
I soccorsi erano stati allertati subito da alcuni automobilisti che si erano fermati di fronte al civico 156 di via Sant'Antonio. Qualcuno era entrato in giardino, altri avevano premuto la valvola di sicurezza dell'impianto esterno del gas, bloccandolo. Da finestre e porta dell'edificio, a piano unico, fiamme alte e fumo nero. La bombola di Gpl è interrata all'esterno della villetta, nella zona di Lobia che non è servita dalla rete di distribuzione del gas.
Imponente la macchina dei soccorsi. All'opera i vigili del fuoco con la squadra del distaccamento di Cittadella, raggiunta poco dopo dai colleghi di Padova con due autopompe, un camion botte ed il mezzo per il rischio nucleare, biologico, chimico e radiologico. Dal pronto soccorso dell'ospedale di Cittadella è arrivata un'unità mobile di rianimazione, con i carabinieri della compagnia della città murata. Fino all'ultimo si è sperato in un miracolo, ma non appena i vigili del fuoco sono potuti entrare con gli autorespiratori hanno trovato il corpo di Enrico Fontanella carbonizzato, nel salotto, quello della moglie nel letto. Secondo le prime ipotesi, Enrico, dopo essersi alzato, potrebbe avere acceso la luce che avrebbe così fatto da innesco al gas disperso. Di qui l'esplosione udita a più di 200 metri di distanza. L'edificio è sotto sequestro per permettere di accertare la causa precisa dell'accaduto ed effettuare la perizia statica, mentre il magistrato non ha ritenuto necessario l'esame autoptico permettendo di organizzare le esequie. «Si svolgeranno nella parrocchiale della frazione, questa è la terra dove mamma è nata ed era voluta tornare - le parole della figlia Rossana -. Vivevano l'uno per l'altra, sono morti assieme, non avrebbero accettato un destino diverso. Nel dramma una sorta di consolazione. Lo scorso agosto avevano festeggiato i 60 anni di matrimonio, lunedì ero venuta per il compleanno della mamma. Erano attentissimi alle regole anti-Covid, sempre chiusi in casa, e sono morti in questo modo. Mamma voleva vedere i nipoti, lontani da marzo scorso. Stavamo organizzando i controlli con i tamponi. Tutto inutile».
UNA VITA PER IL LAVORO

I Fontanella erano stati grandi lavoratori fin da giovanissimi. «Mamma ha iniziato a 14 anni. Poi per 18 anni è emigrata in Svizzera, quindi a Varese, commessa in un supermercato - ricorda la figlia -. Lì ha conosciuto mio padre che era rappresentante dell'azienda alimentare Prealpi. Per lavoro abbiamo girato l'Italia. Negli anni Ottanta hanno costruito la casa e siamo tornati in Veneto. Papà si è licenziato e qui ha fatto il rappresentante di articoli sportivi, mentre la mamma ha lavorato sempre come commessa. Da 25 anni, fino al 2019, trascorrevano l'inverno a Tenerife. Poi per un problema di salute della mamma non è stato più possibile. Papà aveva la patente, leggeva i quotidiani, tifava Inter e Ferrari. Mamma seguiva la casa ed il giardino». «Veramente una bella coppia, affiatata, persone rispettose ed educate, unite l'una all'altra in modo profondo, vero, forte - le parole del sindaco Nicola Pettenuzzo, subito sul posto dove ha seguito tutte le operazioni -. Alla figlia ed a tutti i parenti va il cordoglio personale e di tutti i concittadini». A Rossana è stato consegnato il beauty case della mamma. «È tutto quello che mi rimane, la storia di una vita finita in un attimo».
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino