LA TRAGEDIA PORDENONE È piombato addosso ad un'autocisterna contenente metano

LA TRAGEDIA PORDENONE È piombato addosso ad un'autocisterna contenente metano
LA TRAGEDIAPORDENONE È piombato addosso ad un'autocisterna contenente metano liquido poco prima dell'area di servizio di San Pelagio est, sull'autostrada A13. Per il conducente...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA TRAGEDIA
PORDENONE È piombato addosso ad un'autocisterna contenente metano liquido poco prima dell'area di servizio di San Pelagio est, sull'autostrada A13. Per il conducente di una Mercedes Classe A, Demishai Ermir, ventisettenne macedone residente in via monte Canin a Pordenone, non c'è stato nulla da fare. È morto sul colpo per le gravi ferite riportate. Sulla dinamica stanno indagando gli agenti della polizia stradale di Rovigo, in servizio lungo l'autostrada.

L'INCIDENTE
Il tragico incidente è avvenuto ieri intorno alle 14. Sull'asfalto nemmeno un segno di un abbozzo di frenata. Probabilmente il giovane si è distratto un attimo, magari abbagliato da sole, oppure ha avuto un colpo di sonno. Subito dopo lo schianto, il mezzo pesante - di proprietà di un'azienda spagnola ha accostato sulla corsia di emergenza. Sono stati alcuni automobilisti di passaggio a chiamare i soccorsi: sul posto sono giunti in una manciata di minuti una pattuglia della polizia stradale di Rovigo, un'ambulanza e tre automezzi dei vigili del fuoco di Abano. La società autostrade ha provveduto a chiudere i caselli di Monselice e Terme Euganee in direzione di Padova. Si sono formate colonne lunghe fino a sette chilometri: c'è chi è rimasto imbottigliato oltre un'ora, senza ricevere alcun tipo di informazione dalla società che gestisce l'autostrada.
ANCHE L'ELISOCCORSO
Per quanto riguarda la dinamica vera e propria dell'incidente mortale, le auto che seguivano la Mercedes Classe A hanno fatto in tempo a frenare. Non è chiaro, però, se l'autoarticolato coinvolto fosse fermo nel momento in cui è stato tamponato o se stesse procedendo a velocità ridotta. Allertato pure l'elisoccorso: una volta constatato il decesso del ventisettenne, l'elicottero non ha potuto fare altro che ritornare all'ospedale di Padova. Verso le 15 le forze dell'ordine hanno liberato una corsia al fine di permettere il deflusso dellle auto e dei camion. Un'ora dopo l'autostrada è stata completamente riaperta al traffico.
Fra le varie operazioni eseguite, i pompieri hanno scortato l'autocisterna all'esterno dell'A13, dove l'unità Nbcr (Nucleare, biologico, chimico, radiologico) di Mestre ha messo in sicurezza il sistema di vaporizzazione danneggiato dall'urto. In tilt la viabilità locale: i veicoli si sono riversati lungo via Conselvana e la statale Adriatica.
LA TESTIMONIANZA
Il primo ad accorrere sul teatro dell'incidente è stato Giampietro Crivellaro, titolare dell'omonima carrozzeria di Due Carrare. Ha recuperato la Mercedes con il suo carro attrezzi. «La cosa che più mi ha colpito racconta è che sulla carreggiata non è visibile nemmeno un accenno di frenata. L'auto ha tamponato il camion a velocità di crociera, dritto per dritto. Si è letteralmente accartocciata su se stessa. Verosimilmente il ragazzo stava rincasando».
IL PRECEDENTE
Il 18 dicembre 2016 l'ultimo mortale in quel tratto di autostrada, sempre in direzione Padova. Una Lancia Y aveva tamponato una Volkswagen Polo che la precedeva, guidata da M.R. di 39 anni, residente a Solesino, ed era carambolata contro il guardrail. A perdere la vita era stato Tommaso Candiotto, 10 anni, che era a bordo della Lancia Y guidata dal papà. Il bambino, che non aveva la cintura di sicurezza, era stato catapultato fuori dall'auto finendo sull'asfalto. Fu la nebbia, quella volta, una delle cause.

Francesco Cavallaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino