La tradizione Lo Schieson festeggia il numero 300

La tradizione Lo Schieson festeggia il numero 300
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TREVISO - (zan) «Bepo Gobo da Casier, sempre vero, mai busier/ lunario novo, al vecio deghe fogo/ el novo compréo par un solo scheo». L'invito degli strilloni ormai non risuona più. Ma lo Schieson Trevisan (che ora si vende in edicole e librerie) continua ad indicare mesi e giorni, i fenomeni atmosferici, i periodi migliori per i lavori agricoli e soprattutto il celebre pronostico in dialetto. Puntuale da tre secoli. È il più antico almanacco d'Europa con continuità di pubblicazione. Nato nel 1716. L'edizione del prossimo anno, infatti, sarà la numero 300: ieri, al museo Case Piavone, la presentazione ufficiale. Il nome, spiega Emanuele Bellò, cultore di tradizioni locali, deriva dal termine dialettale con cui era indicato l'albero del "bagolaro". Attorno ad esso davanti alla chiesa di Cascorba si riuniva la comunità a discutere e da esso trasse ispirazione il parroco-agronomo del paese che per primo lo ideò. Da allora si sono susseguiti 41 compilatori, dal Novecento con lo pseudonimo di Bepo Gobo da Casier (l'ultimo, da trent'anni, proprio Bellò, che ne ha ereditato la cura da Bepi Maffioli). Tra i tanti pronostici, ricorda Lino Bianchin, due particolarmente azzeccati: la fine della Repubblica di Venezia nel 1797 e la caduta del Muro di Berlino nel 1989 (previsti, ovviamente, l'anno prima).

«Ne vengono tirate circa centomila copie, distribuite in tutto il mondo, soprattutto in America Latina - spiega Daniele Grillo, presidente della Sit, la società editrice -. Ma stimiano che lo leggano almeno 900mila persone». Ora anche lo Schieson si è modernizzato andando su Facebook". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino