LA TESTIMONIANZA CAMPOSAMPIERO Per proteggere i propri pazienti disabili dal

LA TESTIMONIANZA CAMPOSAMPIERO Per proteggere i propri pazienti disabili dal
LA TESTIMONIANZACAMPOSAMPIERO Per proteggere i propri pazienti disabili dal contagio c'è chi è disposto a condurre una vita privata ascetica. La Casa gialla di Camposampiero,...

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LA TESTIMONIANZA
CAMPOSAMPIERO Per proteggere i propri pazienti disabili dal contagio c'è chi è disposto a condurre una vita privata ascetica. La Casa gialla di Camposampiero, gestita della cooperativa Nuova Vita, dove vivono 32 disabili tra i 18 e i 65 anni,è covid-free. Tanta prevenzione, chiusura alle visite dei familiari degli ospiti e il divieto per tutti di uscire, sono le formule del successo adottate dalla struttura. La differenza, però, la fanno sempre gli uomini: in questo caso gli oss, disposti a condurre uno stile di vita esemplare pur di salvare la vita alle persone più fragili.

È il caso di Alexandro, nato in Romania, dal 2008 in Italia e da nove anni in servizio nella struttura di via Cao del Mondo. L'operatore socio sanitario, dall'inizio dell'emergenza sanitaria, vive come da separato in casa con la moglie, dipendente all'ospedale di Camposampiero.
«Siamo sposati da 36 anni e una situazione del genere mai pensavamo di viverla - ammette Alexandro, appena terminato il turno di lavoro - Viviamo in un piccolo appartamento con sole due stanze: un soggiorno e una camera da letto. Io e mia moglie dormiamo separati, stiamo attenti a tutto ed evitiamo contaminazioni. Beviamo l'acqua in bottiglie diverse, usiamo asciugamani di vario colore e soprattutto stiamo attenti all'igiene personale. I figli, fortunatamente, sono in Romania dove il coronavirus, in pratica, non esiste. Basti pensare che i morti sono solo 300 in tutto il paese e gli ospedali, fin dall'inizio della pandemia, si sono organizzati meglio rispetto all'Italia, sia dal punto di vista prettamente organizzativo che nei tempi».
Alexandro è un uomo pragmatico e confessa, con ironia e sincerità, che non tutti i mali vengono per nuocere. «La lontananza da mia moglie se da un lato comporta delle attenzioni particolari per salvaguardare la vita delle persone con le quali lavoriamo, ha un risvolto anche inaspettato - sostiene Alexandro - io sono una persona che si accende facilmente, nervosa e abbastanza litigiosa ma da due mesi a questa parte, a casa mia si è verificata una cosa molto strana: non litighiamo più. Prima del coronavirus ogni pretesto era buono per attaccare una baruffa, ora nessuno dei due alza la voce». Forse il virus ha fatto capire che l'amore è prezioso ed è meglio non rovinarlo con le bisticciate.

La vita ascetica di Alexandro non è l'unico caso tra i dipendenti della cooperativa di Camposampiero. Orgogliosa dei suoi collaboratori è la coordinatrice Paola Gottardello: «Noi per ora ci siamo salvati dal virus per una serie di circostanze. Abbiamo chiuso la struttura nei confronti degli esterni ben prima le disposizioni ministeriali e regionali: da febbraio i parenti non entrano in casa e gli ospiti non possono uscire per nessun motivo. Sicuramente la condotta esemplare dei nostri collaboratori è stata determinante nel non far entrare il virus all'interno della casa. Lo stile di vita adottato da tutti è stato un esempio di altruismo e generosità che mi lascia senza parole. Sono fiera del team di operatori sanitari che lavorano qui con professionalità e grande umanità».
Luca Marin
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Il Gazzettino