La testa insanguinata, i vestiti fradici di pioggia e le scarpe, slacciate, accanto

La testa insanguinata, i vestiti fradici di pioggia e le scarpe, slacciate, accanto
La testa insanguinata, i vestiti fradici di pioggia e le scarpe, slacciate, accanto al corpo senza vita. Non sono ancora le sette del mattino, quando mamma Anna esce per dar...

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La testa insanguinata, i vestiti fradici di pioggia e le scarpe, slacciate, accanto al corpo senza vita. Non sono ancora le sette del mattino, quando mamma Anna esce per dar mangiare agli animali e trova il figlio Achille Minatel, 47 anni, operaio alla Pezzutti Plast Srl di Fiume Veneto, a un paio di metri dal cancello di casa, all'esterno della recinzione di via Dante 49 a Praturlone, la frazione di Fiume Veneto a ridosso dell'A28.

Sulla strada sterrata che porta all'ordinata villetta color mattone c'è sangue e ci sono tracce che fanno pensare a una colluttazione. Con il marito Bruno Minatel, idraulico in pensione, chiama il 118 e ripensa a quel «colpo» che ha sentito verso le 4 del mattino e a cui comincia a dare una spiegazione.
All'infermiere basteranno pochi secondi per capire che bisogna allertare i Carabinieri. Sin dalle prime battute, pur lasciando aperta ogni ipotesi alternativa, si indaga per omicidio.
L'ennesimo in una provincia che in 13 mesi, a partire dal gennaio 2015, è stata segnata da altri quattro delitti, tre dei quali con due vittime. Lo scrupolo e il metodo con cui vengono effettuati sin dalle prime battute i rilievi fa capire che la morte di Minatel è stata violenta. In testa ha una ferita lacerante e profonda, come se fosse stato colpito con un oggetto metallico. Ha perso molto sangue è a causa della pioggia, che gli ha inzuppato i vestiti, anche il collo è ricoperto di sangue. Il medico legale Giovanni Del Ben non ha trovato tracce visibili di colpi di arma da fuoco o coltellate. Di estrema importanza saranno gli elementi che, assieme ai carabinieri della sezione Rilievi del Nucleo investigativo di Pordenone, ha trovato attorno al corpo e nel cortile dell'abitazione. Sono segnati con i cartellini gialli numerati. E sono ben 23.
Sono tracce si sangue. Sono le scarpe da ginnastica nere, stranamente slacciate, trovate vicino al corpo di Minatel. Sono il portafoglio e le chiavi dello scooter ritrovati sul marciapiede dell'abitazione, nei pressi della porta d'ingresso, a diversi metri dal corpo. E c'è il particolare dello scooter, un Pgo G-Max 50, rimasto insolitamente parcheggiato davanti a uno dei bar frequentati la sera prima dalla vittima. Non era mai successo che Minatel fosse tornato a casa senza il suo "cinquantino". Era senza patente di guida, non aveva altri mezzi per spostarsi e ieri mattina avrebbe dovuto usarlo per andare a lavorare.

Molte indicazioni potranno arrivare dall'autopsia che il sostituto procuratore Federico Facchin disporrà entro in paio di giorni. Tasso alcolemico e tracce di cibo rimaste nello stomaco della vittima aiuteranno gli inquirenti a capire che cosa ha fatto Minatel tra venerdì e sabato notte. Le sue mani sono state "sigillate" in due sacchetti di plastica, perchè sotto le unghie potrebbero esserci tracce di un tentativo di difesa. Sul corpo potrebbero esserci altri segni che ieri, durante il sommario esame medico legale, non sono stati evidenziati.
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Il Gazzettino