LA SVOLTA VENEZIA Non siamo ancora come l'Inghilterra, dove nelle ultime ventiquattr'ore

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LA SVOLTA
VENEZIA Non siamo ancora come l'Inghilterra, dove nelle ultime ventiquattr'ore non c'è stato neanche un morto per Covid e tra la popolazione è scattato il conto alla rovescia, visto che dal 17 maggio ci saranno le attese riaperture post lockdown. Palazzo Balbi non ha ancora bollettini rosei da diffondere come quelli di Downing Street: ieri il Veneto ha pianto altre 10 vittime, ma è innegabile che la situazione stia migliorando. I reparti ospedalieri non sono più sotto pressione, è vero che ci sono dei giorni in cui si registrano nuovi ricoveri e altri in cui il numero dei pazienti è stabile, ma l'andamento è di un sostanziale e sensibile sollievo.

Il cartello mostrato ieri mattina dal governatore Luca Zaia nella consueta diretta social e televisiva da Marghera è emblematico: il bollettino delle ore 8, confrontato con quello delle 17 di domenica, dava appena 247 nuovi casi positivi. Poi, con il report pomeridiano, si è arrivati a 280 complessivi, ma si tratta comunque di un numero basso.
I DATI
Anche a livello nazionale l'andamento dell'epidemia di Covid-19 sta mostrando i segni di un generale miglioramento. Difficile dire quanto facciano ancora sentire i loro effetti le misure di mitigazione dell'ultimo periodo: lo si potrà vedere con più chiarezza solo nei prossimi giorni. I dati del ministero della Salute indicano che in tutta Italia i nuovi casi positivi al virus SarsCoV2 sono stati 5.080, contro gli 8.292 del giorno precedente; sono stati individuati per mezzo di 130.000 tamponi, tra molecolari e antigenici rapidi, contro i 226.006 del giorno prima. Di conseguenza l'indice di positività è salito leggermente, dal 3,7% al 3,9%. Il dato relativo ai nuovi casi conferma la tendenza osservata nell'ultimo periodo. «In generale si è appena conclusa un'altra settimana di valori positivi», osserva il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook Coronavirus-Dati e analisi scientifiche. Nell'ultima settimana, per esempio, «i nuovi casi sono diminuiti del 19% rispetto quella precedente» e in quelle ancora precedenti «si erano registrati di volta in volta cali dell'11%, dell'8% e dell'1%: è come se ci fosse stata un'accelerazione della decrescita».
In Veneto alla fine di gennaio i nuovi casi si aggiravano sul migliaio. Erano i giorni in cui si contavano 70 morti, addirittura 79, a febbraio poi l'epidemia si aggravava di giorno in giorno. Ora di Covid-19 in Veneto si continua a morire, ma meno. Quello dei decessi è l'ultimo dato a fermarsi: prima ci si contagia e allora aumentano i casi positivi, poi si entra in ospedale e spesso anche in rianimazione, da ultimo si contano le persone che non ce la fanno. Ora in Veneto i contagi stanno calando: il 29 aprile erano più di mille nuovi casi, venerdì scorso 7 maggio si è scesi a 698, sabato a 545, domenica 370, ieri 280.
I RECORD

Questi numeri per Sestili sono l'esito di una doppia combinazione di fattori: la diminuzione dei contagi grazie alle misure di contenimento e le vaccinazioni, grazie alle quali meno anziani entrano in terapia intensiva. Il Veneto ieri ha ottenuto due record: primo a livello nazionale per somministrazioni di dosi di vaccino (92,9%) e primo per utilizzo degli anticorpi monoclonali nella cura contro il Covid (668 dosi).
Al.Va.
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Il Gazzettino