LA STRAGE PESCARA L'hotel di Rigopiano non doveva essere costruito lì. Se

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LA STRAGE
PESCARA L'hotel di Rigopiano non doveva essere costruito lì. Se la Regione Abruzzo avesse realizzato la carta Valanghe come previsto e se il Comune di Farindola (Pescara) avesse acquisito questa Carta nei suoi piani regolatori, non avrebbe potuto dare i permessi edilizi necessari. Oltretutto, proprio in assenza di adeguate difese dalle valanghe, l'albergo avrebbe dovuto essere chiuso in inverno o evacuato. È quanto sintetizzato nell'avviso di garanzia recapitato ieri a 23 persone dalla Procura di Pescara in seguito all'indagine durata nove mesi dei carabinieri forestali sulla tragedia del 18 gennaio scorso, costata la vita a 29 persone.

Tra gli indagati nomi eccellenti come l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, cui viene imputato un colpevole ritardo nelle operazioni di soccorso, mentre sia il presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco che il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta risultavano già iscritti da tempo. Ma la svolta nelle indagini sta proprio nel focus su funzionari regionali e responsabili locali: «sebbene incombesse su di loro» la responsabilità di realizzare la Carta delle valanghe per l'intero Abruzzo «non si attivavano in alcun modo». Uguale peso per i vertici del comune, visto che risultano indagati gli ex sindaci dal 2004 ad oggi proprio per non aver dato seguito alle molteplici segnalazioni sulle valanghe nel luogo dell'hotel.
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Il Gazzettino