LA STORIA UDINE Friuli nel destino, per Eros Del Longo. Infatti, questo cadorino

LA STORIA UDINE Friuli nel destino, per Eros Del Longo. Infatti, questo cadorino
LA STORIAUDINE Friuli nel destino, per Eros Del Longo. Infatti, questo cadorino originario di San Vito, larga parte dei suoi attuali sessant'anni li ha vissuti fra Udine e...

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LA STORIA
UDINE Friuli nel destino, per Eros Del Longo. Infatti, questo cadorino originario di San Vito, larga parte dei suoi attuali sessant'anni li ha vissuti fra Udine e dintorni. Dapprima quale sottotenente degli alpini assegnato alla Brigata Julia poi, una volta terminata la leva e messa da parte l'ambizione di diventare magistrato, entrando nel 1990 nella polizia municipale udinese per prestare diciassette anni di servizio (rispettivamente da ufficiale, vicecomandante e comandante facente funzioni). Quindi spostandosi fra Latisana e Grado. Dallo scorso marzo ha assunto il comando in prima persona della Polizia municipale di Udine. Un ritorno in grande stile. Sono così trascorsi cinque mesi che consentono di tracciare un parziale bilancio della sua rinnovata esperienza dirigenziale.

«La situazione ereditata era complessa - spiega Del Longo -, con carichi di lavoro da regolarizzare e pianificare. Quindi esigenza di riorganizzare. Ritengo soddisfacente la risposta avuta dal personale. I dodici ufficiali ai miei ordini si sono sentiti valorizzati e stanno dandosi parecchio da fare per ottenere i risultati chiesti e voluti dall'amministrazione comunale. Maggiore la presenza sul territorio registrata con potenziamento di alcuni particolari servizi, soprattutto in orari serali, aumentando nei cittadini la percezione della sicurezza».
- Quali i programmi futuri immediati.
«Ho dovuto prendere in mano delle cose che andavano aggiornate, tipo il regolamento della videosorveglianza nell'ottica della normativa europea sulla privacy. C'è poi stata la esigenza di modificare il regolamento sull'armamento con l'introduzione delle pistole ad impulsi elettrici: presto le sperimenteremo in maniera che il personale sia pronto per cominciarne l'uso con l'anno venturo. Stiamo approfondendo inoltre un altro paio di regolamenti come quelli di polizia e sicurezza urbana e sulle prestazioni a favore di terzi: prevedono la possibilità di riversare i costi del personale agli organizzatori di manifestazioni pubbliche con certe caratteristiche».
Qual è l'attuale forza disponibile?
«Siamo in 65. In tempi recenti il personale, fra pensionamenti ed altro, è stato quasi dimezzato. Esisteva al riguardo un rapporto regionale che indicava necessario un agente ogni mille abitanti, ne consegue che dovremmo essere un centinaio. Dopo anni di penuria si registra, però, un rinnovato valore dato al Corpo e si è ricominciato a fare concorsi: uno già bandito ed espletato, con il prossimo ingresso di sei nuovi agenti. È stato anche rilanciato un concorso fermo da tre anni e, con il prossimo settembre, dopo le prove scritte già effettuate proseguiremo con le orali, in maniera di permettere l'assunzione di altre sei persone».
Comandante, tempi sicuramente cambiati. Anacronistico sarebbe il ritorno del vigile che, in piazza Libertà, dirigeva manualmente il traffico dall'alto del suo podio. Ma sono sparite tante presenze che la cittadinanza apprezzava: gli agenti in giro a piedi, in moto oppure sulla bicicletta. E si tratta di vuoti avvertiti dalle persone.
«Uno scenario del genere è dovuto anche ai limiti delle risorse. Abbiano certamente un lavoro importante da svolgere all'esterno ma, per contro, ve n'è anche all'interno nei vari uffici. Bisogna pertanto sapere creare i giusti equilibri. Lo sforzo iniziale che ho preteso è stato senz'altro verso l'esterno, a discapito degli uffici che utilizzano ora soprattutto personale di genere amministrativo. Potenziato comunque l'orario serale con in servizio un paio di pattuglie nonché l'azione dei controlli, da non confondere con la quantità delle multe elevate che sono solo la eventuale conseguenza dei primi i quali costituiscono invece la vera attività valida per la sicurezza pubblica. Senza inoltre scordare la verifica sui veicoli, grazie a moderne tecnologie utilizzate, della obbligatoria copertura assicurativa».
Triennale la durata di incarichi come il suo, caso mai rinnovabili. Come vorrebbe fosse ricordato il periodo di comando che la riguarda?

«Tante innovazioni sono state apportate da quando sto al timone: si tratta di significative novità. Come vorrei essere ricordato? Per avere dato un apporto alla sicurezza in generale, sia per i miei operatori sia per la città: se sei sicuro tu, riesci a dare maggiore sicurezza all'esterno. La mia aspettativa, per quanto chiuderò il compito, è riuscire a garantire il giusto ruolo che al nostro Corpo spetta in questa città: lo compongono persone professionalmente preparate, che lavorano, non creano problemi di assenteismo, si impegnano con passione. Mi piacerebbe trasmettere tutto ciò anche ai cittadini udinesi».
Paolo Cautero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino