LA STORIA PORDENONE La Prova del cuoco, i fornelli di Ogni mattina, la notorietà

LA STORIA PORDENONE La Prova del cuoco, i fornelli di Ogni mattina, la notorietà
LA STORIAPORDENONE La Prova del cuoco, i fornelli di Ogni mattina, la notorietà spinta anche da una personalità eccentrica, dalla parlantina buona per la televisione. Un volto...

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LA STORIA
PORDENONE La Prova del cuoco, i fornelli di Ogni mattina, la notorietà spinta anche da una personalità eccentrica, dalla parlantina buona per la televisione. Un volto giusto, quello di Federico Mariutti. Possibile che questa crisi riesca a colpire anche lui, volto noto e brillante imprenditore del settore in provincia? No dai, non può essere. Invece il suo viso, immortalato ieri a Trieste durante la manifestazione regionale di baristi e ristoratori, era uguale se non peggiore rispetto a quello di tanti colleghi. E tra un'amara riflessione e un sospiro d'angoscia per il futuro, Mariutti si è lasciato andare a una previsione tremenda. «Reggo ancora una settimana, poi probabilmente chiudo bottega».

LO SFOGO
«Questa - spiega seduto sul pavimento prezioso di piazza Unità - potrebbe essere la mia ultima settimana di apertura». Solo a pranzo, si intende, ma la notizie è di quelle che fanno rumore. Mariutti, giovane chef, gestisce con successo l'osteria Turlonia, a Praturlone di Fiume Veneto. Una strada, poche anime di una frazione, ma un locale che proprio grazie all'inventiva del cuoco-titolare e ai piatti diventati ambasciatori del territorio a livello nazionale si è fatto un nome. Niente da fare, la pandemia spazza via tutto, personaggi e non. «Ho tre dipendenti - spiega ancora Mariutti - e per questi giorni riesco ancora a farcela, a portare a casa le giornate. Tutto grazie ai sacrifici fatti in precedenza. Sto continuando a lavorare, ma credo che questi siano gli ultimi giorni». E in questo caso non c'entrano Dpcm o future regole ancora più rigide. Mariutti non sta parlando di tutta la categoria, ma del suo locale. È un grido d'allarme in piena regola. «Le decisioni arriveranno a breve, analizzando la situazione». Ma è praticamente impossibile che i soli pranzi da servire (per giunta in un'epoca segnata dallo smart working e dalla scarsa presenza di lavoratori per le pause pranzo) bastino a fargli cambiare idea. Le parole usate da Mariutti sono appena sussurrate. È triste e si vede, perché non si sta riferendo solamente a sé, ma soprattutto a chi lavora con lui. «Per ora i dipendenti ci sono ancora, ma tra poco non so», ammette. Altri, anche in città, hanno già lasciato i collaboratori in cassa integrazione e fanno da soli, senza aiuti per limitare al minimo i costi fissi di ogni giorno.
PAURA E RASSEGNAZIONE
«Noi stiamo solamente chiedendo delle misure proporzionali - va avanti ancora Mariutti -. Credo che i ristoratori non siano untori ed anzi che abbiano contribuito, nel loro piccolo, a mantenere l'ordine in questo momento segnato dalla pandemia. Abbiamo rispettato sempre tutte le regole, ci siamo adeguati ai nuovi standard richiesti. Ci aspettavamo delle decisioni coerenti, prese analizzando i dati sui contagi. In Friuli Venezia Giulia nessuno si aspettava di dover chiudere alle 18». Mariutti è anche referente provinciale dei giovani della Fipe ed è uno dei promotori delle ultime manifestazioni. Il suo sfogo personale, però, vale più di un corteo, anche se numeroso.
IL QUADRO

Intanto in città sale la tensione tra i ristoratori e i baristi. A Pordenone continua a diffondersi la voce che vorrebbe le categorie del commercio vicine a un'iniziativa forte, che si concentrerebbe nella serata di domani, quando gli esercenti potrebbero tenere aperti i loro locali anche dopo le 18 per alzare i toni della protesta. Non tutti sono d'accordo e c'è già chi si è pubblicamente dissociato. Altri invece spingono per un'azione decisa. Resta fermo sulle sue idee il titolare del King Pub di via Ospedale Vecchio: oggi dovrebbe tenere aperto il locale sfidando i divieti. Si dice sempre pronto a pagare l'eventuale multa.
M.A.
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Il Gazzettino