LA STORIA PORDENONE Con l'operazione di acquisizione delle azioni appartenenti

LA STORIA PORDENONE Con l'operazione di acquisizione delle azioni appartenenti
LA STORIAPORDENONE Con l'operazione di acquisizione delle azioni appartenenti agli azionisti di minoranza (molti dei quali affezionati al titolo della vecchia popolare) si aprirà...

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LA STORIA
PORDENONE Con l'operazione di acquisizione delle azioni appartenenti agli azionisti di minoranza (molti dei quali affezionati al titolo della vecchia popolare) si aprirà un nuovo capitolo nella storia di FriulAdria. Il gruppo Credit Agricole Italia (ha appena concluso l'acquisizione del Credito Valtellinese in Lombardia) che controlla l'istituto di credito pordenonese già dal 2007 ha infatti annunciato l'obiettivo della fusione per una banca unica entro il prossimo anno. Un percorso iniziato 14 anni fa e che entro la fine del 2022 porterà all'unica banca nazionale. Addio dunque alle insegne, anche se il processo di incorporazione era già iniziato negli anni.

LA NASCITA

La storia di FriulAdria parte da lontano. Nel 1911 nasce la Banca Cooperativa Popolare di Pordenone, i cui membri erano tutti espressione di un territorio che aveva deciso di crescere. Non a caso ben venti dei 51 soci fondatori erano anche consiglieri comunali di Pordenone. La prima assemblea degli azionisti chiamò alla presidenza il cavalier Antonio Polese, farmacista, già sindaco di Pordenone dal 1902 al 1903. Il secolo scorso corre veloce, ma la banca resta sempre locale. L'istituto nel 1982 acquista dalla Zanussi un pezzo pregiato. E' Angelo Sette, già direttore finanziario del colosso del bianco, che diventa vicedirettore generale della Popolare candidato a succedere a un Mario Riberti prossimo al ritiro. Il passaggio di testimone avviene l'anno successivo, mentre dal '78 le redini della presidenza erano passate all'avvocato Sandro Rosso, nipote del protagonista della rocambolesca fuga con i libri contabili da Pordenone nel '17. La sede della direzione centrale passa nel ristrutturato ed elegante Palazzo Cossetti, dopo essere stata dal '68 all'82 nei locali della filiale di piazza XX Settembre. Si profila il nuovo secolo, gli anni 2000. Lo scenario sta velocemente e profondamente cambiando. Le nuove sfide legate alla globalizzazione dei mercati e alle moderne, più aggressive, forme di concorrenza inducono a ripensare il modo di fare banca. In questa prospettiva anche FriulAdria studia nuove forme di collaborazione e di alleanze. Sfumata l'idea di aggregare tutte le Popolari della regione in un unico istituto, la banca sceglie, dal primo gennaio del 1999, di entrare a far parte del Gruppo Intesa, la prima realtà bancaria e finanziaria italiana. Per effetto dell'integrazione, dal primo luglio del 2000, diventano FriulAdria anche i 60 sportelli del Banco Ambrosiano Veneto presenti in Friuli Venezia Giulia. Nasce, in questo modo, la più importante realtà bancaria ad azionariato diffuso della regione, con oltre 12.000 soci, 150 filiali ed un'attività creditizia in grado di fungere da importante punto di riferimento e stimolo per l'economia locale. L'anno 2007 segna un'altra svolta nella storia recente della banca. A seguito della fusione tra Intesa e Sanpaolo Imi, la banca francese Crédit Agricole, fino a quel momento azionista di maggioranza di Intesa, decide di dar vita a una propria rete italiana. Nasce così il nuovo gruppo Cariparma FriulAdria (alla guida in quel momento c'era Angelo Sette) che, unendo le esperienze di due tra le più performanti banche locali del Paese, si colloca fin dagli esordi ai primi posti delle classifiche per solidità, liquidità e redditività. Tale evoluzione significa per FriulAdria l'inizio di un'ulteriore stagione di crescita, questa volta soprattutto in Veneto. E siamo a oggi: in vista c'è una fusione (in molti la ritengono già operativa di fatto) con il gruppo italiano del colosso francese Credit Agricole.
d.l.
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Il Gazzettino