LA STORIA PADOVA «Avevo iniziato a sentirmi un po' strano nel pomeriggio

LA STORIA PADOVA «Avevo iniziato a sentirmi un po' strano nel pomeriggio
LA STORIAPADOVA «Avevo iniziato a sentirmi un po' strano nel pomeriggio di martedì. Verso sera le cose sono peggiorate. Ho deciso di non aspettare oltre e di rivolgermi subito...

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LA STORIA
PADOVA «Avevo iniziato a sentirmi un po' strano nel pomeriggio di martedì. Verso sera le cose sono peggiorate. Ho deciso di non aspettare oltre e di rivolgermi subito all'ospedale di Padova. Qui mi hanno fatto il test per il Coronavirus. E' risultato positivo. Adesso ho qualche linea di febbre: 37,3. E un po' di mal di gola. Nel complesso, comunque, al momento non mi sento male». Sono le parole confidate ai colleghi dal medico dottorando padovano di 33 anni, specializzato in Medicina interna, colpito dal virus e ricoverato in Malattie infettive a Padova dopo aver coperto tre turni di guardia notturna a gettone nell'unità di Geriatria dell'ospedale di Treviso. Ciò che preoccupa, ora, è che negli ultimi tempi il dottore ha lavorato in diversi ospedali del Veneto. Il reparto trevigiano è stato immediatamente sigillato.

I CONTROLLI
L'incubo è iniziato proprio martedì con il decesso di una paziente ricoverata in quella corsia da ormai tre settimane: Luciana Mangiò, 76enne residente a Paese, alle porte del capoluogo, da tempo costretta a convivere con gravi patologie, a cominciare da un grave scompenso cardiaco. Poche ore prima di spegnersi, la donna è risultata positiva al Coronavirus: il primo caso, immediatamente fatale, registrato nel trevigiano. Da quel momento il reparto è stato bloccato. Sono scattati i controlli per evidenziare eventuali contagi. E ieri anche a Treviso sono emerse 13 positività: la badante e un vicino di casa della signora, più altre undici tra il personale che negli ultimi giorni aveva lavorato in Geriatria, cinque medici, tra i quali l'internista padovano, due infermieri e quattro operatori sanitari. Martedì il medico padovano era tornato a casa da Treviso senza particolari problemi. Solo con la consegna di rimanere in isolamento domiciliare per due settimane. Ma la sera stessa ha iniziato a sentirsi male. Così ha deciso di rivolgersi subito all'ospedale di Padova. E il test ha confermato il contagio da Coronavirus. Adesso il medico si trova in isolamento nell'unità di Malattie infettive dell'azienda ospedaliera.
IL PRIMARIO
Da qui ha parlato al telefono con Massimo Calabrò, primario della Geriatria di Treviso. Il medico 33enne è l'unico a essere stato ricoverato. Tutti gli altri risultati positivi, infatti, non presentano sintomi simil influenzali o problemi respiratori e sono stati messi in isolamento domiciliare, dove vengono tenuti sotto controllo con cadenza quotidiana. Ora il reparto trevigiano è chiuso. Non può uscire né entrare nessuno, se non il personale specializzato, espressamente autorizzato. «Stiamo lavorando senza accogliere nuovi pazienti e senza fare dimissioni spiega il primario escludiamo fin da questo momento un'errata gestione della paziente di 76 anni. Con il senno di poi sono capaci tutti. Ma quando è entrata la sua cartella clinica parlava chiaro, indirizzando verso determinate patologie. Poi la situazione è precipitata».

I pazienti ancora ricoverati nella Geriatria di Treviso verranno via via dimessi, quando saranno escluse complicanze. Poi l'unità verrà chiusa e sanificata. «La Geriatria, lo sappiamo, è più esposta rispetto a problemi che colpiscono in particolare gli anziani conclude Calabrò stiamo lavorando tutti per escludere un coinvolgimento dell'intero ospedale. E al momento non c'è proprio alcun segnale in questo senso».
Mauro Favaro
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Il Gazzettino