«La Specialità non si tocca»

«La Specialità non si tocca»
Specialità del Friuli Venezia Giulia e delle altre Regioni autonome a...

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Specialità del Friuli Venezia Giulia e delle altre Regioni autonome a rischio con la nuova Costituzione che sarà sottoposta a referendum a ottobre? Sì, per alcune voci della politica e per esperti di diritto, tanto che nei giorni scorsi il consigliere regionale Claudio Violino (ex leghista oggi Gruppo misto) ha ripreso la preoccupazione presentando una mozione in Consiglio regionale. Chiede alla presidente della Regione, Debora Serracchaini, che faccia pressione sul Governo affinché siano approvati prima del referendum «accordi reciproci tra Stato e Regione con i quali si definiscono i settori di specialità e autonomia riconosciuti al Friuli Venezia Giulia». Ma perché tanta paura? Perché la nuova costituzione prevede una «revisione degli Statuti speciali» alla luce della nuova Carta «previa intesa», cioè con accordo, tra Stato e Regioni. In sè quel «previa intesa» dovrebbe essere un principio che rassicura la Specialità, ma il punto è che a oggi non è stato definito per legge (che deve essere di rango costituzionale) come si arriva a quell'accordo, cioè i criteri, le modalità e tempi certi di definizione dell'intesa Stato-Regione. È stata istituita una commissione governativa per questo fine, la cosiddetta Commissione Bressa, ma non si è arrivati ancora ad alcuna legge. Da qui l'allarme lanciato sulla tenuta della Specialità, poiché «autorevoli costituzionalisti, come l'attuale preside di Giurisprudenza di Trento, Roberto Toniatti - ricorda Violino - affermano che in mancanza di una intesa-accordo fra Stato e Regione il primo potrà invocare la clausola di supremazia statale prevista dal comma 4 dell'articolo 117 della Costituzione e togliere l'autonomia alle Speciali». Di tutt'altro avviso il presidente della Commissione Paritetica del Friuli Venezia Giulia, Ivano Strizzolo (Pd), convinto che «La nuova Costituzione, se al referendum d'autunno vinceranno i sì, blinda la specialità del Friuli Venezia Giulia». Due i motivi che Strizzolo porta a conferma del suo ragionamento. (((lanfrita))) «Nessuno può contestare il fatto che il nuovo testo rafforza la nostra specialità perché il comma 13 dell'articolo 39 della riforma dice che fino alla revisione degli Statuti si continua ad applicare la disciplina degli Statuti e delle norme di attuazione vigenti. Quindi, nulla di quello che abbiamo ci viene tolto o sospeso». Inoltre, «la revisione dello Statuto la si farà previa intesa, un principio che fino ad ora non c'era e che quindi introduce un ulteriore elemento di tutela». Certo, ammette Strizzolo, «non si è ancora disciplinata la procedura per arrivare all'intesa». Si deve però pensare, aggiunge, che «la revisione dello Statuto sarà un processo lungo, che risentirà anche del clima politico e non credo che si farà entro i 2 anni che ci separano dalla fine della legislatura». In ogni caso, prosegue, «all'intesa si può arrivare con il negoziato politico e se nella trattativa la Regione molla, allora ci sarà un'assunzione di responsabilità politica». Se poi, a voler prefigurare i peggiori scenari, «non si arrivasse ad alcun accordo anche politico, lo Statuto resta così com'è», conclude il presidente della Paritetica.

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Il Gazzettino