«La situazione è seria, ma non drammatica». Una fonte comunitaria

«La situazione è seria, ma non drammatica». Una fonte comunitaria
«La situazione è seria, ma non drammatica». Una fonte comunitaria...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La situazione è seria, ma non drammatica». Una fonte comunitaria riassume così la crisi che sta attraversando Deutsche Bank sui mercati, nel momento in cui l'Unione Europea scopre che i suoi problemi bancari non sono ancora stati risolti e Angela Merkel si trova di fronte a scelte sulla principale banca tedesca che potrebbero mettere in discussione la sua permanenza come cancelliera. La Commissione è «in contatto» con Deutsche Bank e i regolatori, spiega la fonte: «Attendiamo di avere informazioni per vedere cosa possiamo o dobbiamo fare». In prima linea ci sono il vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, responsabile per l'unione bancaria, e la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, che potrebbe intervenire in caso di aiuti di Stato. Anche Pierre Moscovici è coinvolto, per valutare se nel caso di Deutsche Bank ci sia un «rischio sistemico», dice la fonte. In caso di salvataggio pubblico, per ora escluso dal governo di Berlino, la Commissione dovrà decidere se trattare la banca tedesca in modo diverso dagli istituti italiani per i rischi legati alla stabilità della zona euro. Per ora la linea ufficiale della Commissione è di minimizzare per il timore di una profezia che si auto-avvera. Diversi portavoce hanno smentito le indiscrezioni del 28 settembre di Die Zeit sul governo tedesco e le autorità finanziarie di Francoforte e Bruxelles al lavoro su un piano di salvataggio. «I regolatori preparano costantemente piani di risoluzione per le banche. E' la loro funzione», dice un altro funzionario. «Per noi sono validi gli ultimi stress test condotti dalla Bce». Il livello di capitalizzazione era stato giudicato adeguato nello scenario avverso, anche se la banca è stata messa sotto osservazione. Non si sono registrati problemi di liquidità, come quelli che avevano portato al fallimento di Legman Brothers nel 2008. Ma l'ipotesi di un tracollo di Deutsche Bank allarma. Il suo bilancio supera il 10% del Pil della zona euro e le interconnessioni con gli altri istituti di credito del continente fanno temere un effetto Lehman sul sistema bancario europeo. Con le elezioni alle porte, Merkel e Wolfang Schaeuble hanno un margine di manovra limitato. La cancelliera e il suo ministro delle Finanze hanno escluso di usare i soldi dei contribuenti per salvare le banche. Secondo un sondaggio, il 68% dei tedeschi è contrario ad un salvataggio. Ma, se Deutsche Bank non recupererà rapidamente la fiducia degli investitori, un intervento pubblico potrebbe rivelarsi necessario per salvare l'economia della Germania e, più in generale, della zona euro. «Con i suoi rilievi sulle banche tedesche Matteo Renzi ha segnato un punto», dice la fonte. La Germania, con Deutsche Bank e Commerzbank, diventa il terzo paese con Italia e Portogallo ad essere fonte di preoccupazione. Ma dentro la Commissione sottolineano che la situazione delle banche italiane non migliora a causa dei problemi tedeschi. «Gli istituti di credito in Italia sono pieni di crediti deteriorati» e «non c'è volontà politica di trattare il problema complessivamente» per l'opposizione dell'opinione pubblica al «bail-in». L'approccio adottato da Roma, in collaborazione con Bruxelles, è di «sgonfiare il problema a poco a poco», spiega la fonte. Sul Monte dei Paschi non si attende una soluzione «prima del 4 dicembre», quando gli italiani andranno alle urne sul referendum costituzionale. Ma l'Italia «non può attendere troppo a lungo».

© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino