La sinistra all'attacco del governo «Questa classe è poco dirigente»

La sinistra all'attacco del governo «Questa classe è poco dirigente»
IL CONVEGNOPADOVA Migranti, scontro con la Francia, sovranismo. Sono questi i temi che ieri hanno monopolizzato il convegno su Le classi dirigenti organizzato a Padova...

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IL CONVEGNO
PADOVA Migranti, scontro con la Francia, sovranismo. Sono questi i temi che ieri hanno monopolizzato il convegno su Le classi dirigenti organizzato a Padova dall'associazione PadovaLegge, in collaborazione con l'Università. Nella sala dei Giganti a confrontasi su élite, popolo e classi dirigenti vecchie e nuove sono stati, tra gli altri, l'ex presidente del Senato Luciano Violante, l'economista Veronica De Romanis, l'ex premier Paolo Gentiloni, il rettore dell'Ateneo padovano Rosario Rizzuto, l'ex ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, il direttore del Tg 2 Gennaro Sangiuliano e l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

A prendere il sopravvento sulle riflessioni attorno alle classi dirigenti, però, è stata la più stretta attualità politica. La prima bordata al governo è partita da Gentiloni che ha stigmatizzato il braccio di ferro in corso tra Roma e Parigi. «Un conto è difendere i nostri interessi come qualsiasi governo deve fare, un altro è isolare il proprio paese ha scandito l'ex premier -. Io sono molto preoccupato quando vedo un paese isolato nel contesto europeo, alleato soltanto con alcuni paesi dell'Europa dell'est che certamente non possono aiutarci sulle partite economiche, tantomeno su quelle migratorie». «Un paese isolato non è un paese più forte, ma un paese meno sicuro. Se a questo si aggiungono prove di forza muscolari sul tema dell'immigrazione, io non ci vedo una qualche ragionevolezza ha detto ancora l'esponente del Partito democratico -. Mi sembra che si utilizzino in maniera strumentale questioni che invece possono essere risolte molto facilmente, senza chiusure». Gentiloni ha poi rincarato la dose contro la gestione dell'immigrazione da parte del governo Conte: «Il mio invito al governo è: più politiche di alleanze in Europa e meno spettacolarizzazione e demagogia sul tema dell'immigrazione».
SAGGEZZA
Sul caso Sea Watch è intervenuto, invece, Violante: «La procura di Catania dice che i minori vanno sbarcati e credo che sia giusto. I minori hanno diritto in Europa a una tutela particolare rispetto agli adulti. Certamente, poi, bisogna distinguere tra un minore che ha 4 anni e quello che ne ha 17. Sono in due posizioni diverse. Spero che, prima o poi, prevalga la saggezza su queste cose». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Calenda. «Far sbarcare i minori della Sea Watch è giusto. Tutta questa cagnara che si sta facendo sulle ong non ha niente a che vedere con le politiche sui migranti ha scandito l'ex ministro -. Le politiche sui migranti si fanno evitando che questi arrivino in Italia perché i confini vanno preservati, si fanno integrando quelli che ci sono, sicuramente non si fanno violando le norme più basiche del mare, non soccorrendo una nave quando è in difficoltà».
Calenda ha anche sferrato un attacco alla Lega: «Quella al governo non è la Lega che ha avuto esperienze amministrative di qualità, è una Lega diventata ideologica, sovranista, che indulge nel peggior assistenzialismo, che ha cancellato gli incentivi agli investimenti per le imprese, che non ha nessuna delle caratteristiche di rappresentanza del mondo produttivo e lavorativo. È una Lega ideologica che ci vuol portare fuori dall'Occidente».
L'EUROPA
L'ex ministro ha rilanciato, infine, il suo progetto di lista unica in vista delle prossime elezioni europee. «Il mio manifesto punta alla costruzione di una lista unica, che condivida le priorità per un'Europa nuova, che mette al centro un gigantesco piano d' investimenti in particolare in educazione e competenze, perché altrimenti non saremo in grado di affrontare quello che ci arriva addosso».

«Quello che manca alle nostre classi dirigenti è la coerenza ha spiegato, invece, Tremonti . Chi in un passato, anche recente, diceva una cosa e ora ne sostiene un'altra, non è credibile». «Se io oggi prendo una posizione e fra due anni ne sostengo un'altra, magari opposta ha aggiunto il presidente dell'Aspen institute Italia - non la posso più passare liscia. Com'è noto, Google non perdona».
Alberto Rodighiero
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Il Gazzettino