La sfida dell'affittacamere i "suoi" al lavoro nel parco

La sfida dell'affittacamere i "suoi" al lavoro nel parco
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TREVISO - (P. Cal.) «Invece di provare a smentire dando adito ad altre polemiche ho pensato che sarebbe stato meglio fare qualcosa di più costruttivo: ho quindi intenzione di proporre ai residenti del residence, con l'aiuto del Comune, di utilizzare i ragazzi che ospito come volontari per tenere pulito non solo il parco, ma tutto il tratto di strada fino alla Castellana. Sarebbe un buon modo per dare qualcosa da fare a loro e per dimostrare a tutti che sono brave persone». Luigi Gasparetto è il titolare dell'affittacamere delle Stiore nell'occhio del ciclone per la gestione di un gruppo di migranti: attualmente sono 35 senegalesi. I residenti del complesso Madonnina li accusano di occupare stabilmente il loro parco, sporcare e ere fino ad ubriacarsi. Assieme al circolo Hilal di Abdallah Khezraji vuole dimostrare che la verità è un'altra.

Gasparetto, come sono arrivati 35 migranti nella sua struttura?
«Abbiamo firmato un convenzione straordinaria con la Prefettura accordandoci per una quota di 30 euro al giorno per migrante ospitato invece che 35. È partita il 24 aprile».
C'è chi dice che ha firmato quella convenzione per guadagnarci.
«Quale guadagno? Dei 30 euro, 2,5 al giorno bisogna darli ai ragazzi per telefonate, sigarette o altro. Molti di loro se li mettono via e li spediscono a casa. I 27,5 che rimangono servono per coprire vitto e alloggio, mediatori culturali, accompagnamento in questura o ospedale, corsi vari. Al gestore rimangono 4 per ogni ragazzo. E di questi la metà va in tasse».
Lo Stato ha già versato le quote, somme messe a disposizione dalla Ue?
«No comment».
I migranti ospitati da lei sono accusati di insozzare il parco del "Madonnina" e di disturbare.
«Non è così. Sono andato personalmente a controllare lo stato del parco. A parte l'erba alta non ho trovato altro. Dicono che hanno rotto i giochi: in realtà sono così da molti mesi».
Ma le lattine di birra e di vino lasciate in giro?
«I miei ragazzi sono tutti musulmani: non bevono alcolici. Hanno però l'abitudine di sedersi per terra a chiacchierare o guardare la gente che passa. Ma non fanno niente».
Dicono che la sera si radunino creando vari disagi.
«Non sono loro. Hanno l'obbligo di rientrare nella struttura entro le 20 altrimenti perdono tutti i diritti».
Adesso vorrebbe farli lavorare come volontari.
«Mi pare la soluzione migliore. Voglio proporre ai residenti di affidare a questi ragazzi, gratuitamente, la pulizia e la manutenzione del parco. Ho anche una falegnameria e mi impegno a rimettere a posto i giochi. Voglio poi chiedere al Comune di concederci la possibilità di ripulire i bordi di tutta la strada. Sono lavori utili per tutti fatti da persone che vogliono ripagare la comunità che li ospita».
Cosa vi serve?

«Noi pensiamo all'assicurazione e tutto il resto. Servirebbero pettorine, guanti, sacchetti per la spazzatura e una convenzione con il Comune che mi metta al riparo da eventuali ispezioni dell'Ispettorato del Lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino