LA SENTENZA VENEZIA Una serie di maltrattamenti in famiglia ripetutisi nel tempo

LA SENTENZA VENEZIA Una serie di maltrattamenti in famiglia ripetutisi nel tempo
LA SENTENZAVENEZIA Una serie di maltrattamenti in famiglia ripetutisi nel tempo e durati per diversi anni. E ieri il gip Gilberto Stigliano Messutti ha emesso una condanna a due...

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LA SENTENZA
VENEZIA Una serie di maltrattamenti in famiglia ripetutisi nel tempo e durati per diversi anni. E ieri il gip Gilberto Stigliano Messutti ha emesso una condanna a due anni, con la formula del rito abbreviato, nei confronti di Mattia Boscolo, ex sostituto gondoliere, residente a Castello. In questo caso la vicenda finita al centro del procedimento di ieri mattina riguardava un episodio di maltrattamenti (il processo verteva soprattutto su scontri nei confronti della madre e della sorella) avvenuto nel maggio scorso. Il caso preso in esame dal giudice non può dirsi nuovo visto che il trentenne, infatti, era finito nel mirino delle forze dell'ordine anche in passato.

Vicende tutto sommato simili, in particolare nei riguardi dei genitori, erano quindi avvenute anche tra il 2008 e il 2009. Una serie di casi di maltrattamenti ripetuti nei tempo, che in quella occasione avevano anche portato il giudice ad mettere un provvedimento di custodia cautelare in carcere vista la pericolosità che era stata accertata dagli inquirenti.
Il problema dei maltrattamenti, però, si è riproposto anche in tempi decisamente più recenti ed è proprio su questi ultimi casi in ordine di tempo che il gip Stgliano Messutti è stato chiamato a pronunciarsi dopo un'inchiesta portata avanti dalla Procura di Venezia.
Diversi i casi emersi in questi ultimi tempi che hanno convinto il magistrato della colpevolezza dell'imputato. Pare che al centro di questi continui litigi, oltre che a problemi di convivenza, ci fossero anche alcuni episodi legati a motivazioni di natura economica.
Va infine ricordato che in passato, sempre nel corso di una lite in abitazione, il giovane si era anche scagliato contro gli agenti della Polizia municipale che non senza una certa difficoltà alla fine erano comunque riusciti a bloccarlo. In quella occasione era così scattata anche l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
G.P.B.
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Il Gazzettino