LA SECESSIONE SAPPADA Sappada vota. Ma ha già le valigie in mano. Destinazione

LA SECESSIONE SAPPADA Sappada vota. Ma ha già le valigie in mano. Destinazione
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LA SECESSIONE

SAPPADA Sappada vota. Ma ha già le valigie in mano. Destinazione Friuli Venezia Giulia, biglietto di sola andata. Tra i dati che colpiscono, soprattutto quello del Comune che ha già le carte in mano per la secessione. Dalle sorgenti del Piave ci si sarebbe aspettati un'astensione quasi corale. Invece, il 46% dei sappadini si è recato alle urne. E il 96,74% delle schede votate è stato barrato sul «sì»; il «no» è rimasto relegato al 3,26% di chi non ha gradito le ultime esternazioni della Provincia. Era proprio questo il punto: Sappada vuole andare in provincia di Udine, mentre Palazzo Piloni difende a tutti i costi l'unitarietà della sua Provincia. E si poteva supporre che i sappadini avrebbero risposto in maniera diversa al referendum. Invece, non è stato così. Tanto che il presidente della Provincia, Roberto Padrin, commenta con grande soddisfazione l'esito delle urne. «Il risultato è chiaro e conferma quanto mi sono permesso di dire qualche settimana fa: che le intenzioni che nel 2008 hanno mosso il referendum secessionista non sono più così granitiche - dice Padrin -. Capisco perfettamente le rivendicazioni dei sappadini e rispetto la volontà popolare. Ma alla luce dei numeri del nostro referendum di domenica scorsa non possono non ribadire la mia richiesta alla Camera di rinviare la decisione sul caso Sappada». Già, perché Montecitorio dovrà esprimersi per il via libera o meno al cambio di regione. La data fatidica dovrebbe essere a inizio novembre. Si vocifera del giorno 6. E Sappada si aspetta un «addio Belluno» abbastanza agevole, dopo l'ok arrivato a fine settembre dal Senato. Certo, le parole di Padrin non vengono digerite troppo facilmente. «Abbiamo votato sì al referendum veneto perché siamo ancora in Veneto. E abbiamo votato sì al referendum bellunese perché crediamo nel valore dello strumento referendario - commenta Alessandro Mauro, tra le anime del comitato che dal 2008 si batte per traslocare Sappada in Fvg -. Avevamo ricevuto rassicurazioni dal Bard che il referendum bellunese non sarebbe stato strumentalizzato contro Sappada. Per cui ci spiace che il presidente Padrin continui a metterci i bastoni tra le ruote. A lui e a Zaia dico solo una cosa: i referendum di domenica avranno valore solo se Sappada andrà in Friuli Venezia Giulia. Perché altrimenti significa che lo strumento referendario non serve a nulla. Compreso quello di Zaia e di Padrin». È possibile che la Camera (chiamata al voto entro novembre) ascolti l'appello della Provincia e temporeggi? «Se succederà, Padrin dovrà rispondere direttamente ai sappadini».

D.T.
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Il Gazzettino