LA SCUOLA TREVISO Si guarda anche al seminario per trovare spazi aggiuntivi dove

LA SCUOLA TREVISO Si guarda anche al seminario per trovare spazi aggiuntivi dove
LA SCUOLATREVISO Si guarda anche al seminario per trovare spazi aggiuntivi dove sistemare gli studenti che a settembre non riusciranno a entrare negli istituti superiori a causa...

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LA SCUOLA
TREVISO Si guarda anche al seminario per trovare spazi aggiuntivi dove sistemare gli studenti che a settembre non riusciranno a entrare negli istituti superiori a causa del distanziamento imposto dall'emergenza coronavirus. Così come al complesso che ospitava il Turazza, sempre nella zona di San Nicolò. Potrebbe poi tornare buona pure la vecchia sede dell'ufficio scolastico di Treviso, ancora di proprietà della Provincia, che sorge in via Sartorio, a meno di 500 metri dal campus di San Pelajo. E così via.

LE PROIEZIONI
Stefano Marcon, presidente del Sant'Artemio, non intende lasciare nulla di intentato. Le proiezioni fatte dalla stessa Provincia, tendendo conto della distanza di due metri dalla cattedra e di un metro tra gli studenti, dicono che a settembre 8mila ragazzi non troveranno posto nelle solite classi della Marca. Praticamente il 20% del totale. Oltre mille solo nel centro storico di Treviso. In queste ore ci sono continue riunioni tra il Sant'Artemio, l'ufficio scolastico, i presidi, Mom, i comitati dei genitori e i sindacati. La quadra non è ancora stata trovata in modo definitivo. Per questo Marcon non si sbilancia troppo. «Stiamo lavorando sulla possibilità di usare immobili aggiuntivi, sia di proprietà pubblica che di proprietà privata dice oltre alla disponibilità, bisogna anche tener conto del fatto che gli interventi per adattarli come scuole deve essere realizzabili in tempi brevi». Ormai in meno di due mesi. «Qualche opzione è già sul tavolo aggiunge ora stiamo analizzando la situazione di ogni singola scuola».
I DUBBI
Solo l'altro ieri alcuni istituti hanno comunicato a Mom che si stanno organizzando per far scuola seguendo un calendario a giorni alterni, dividendo i ragazzi tra chi è in presenza e chi invece segue le lezioni a distanza. Altri presidi pensano al doppio turno di mattina e di pomeriggio. Ognuno prova a organizzarsi come può. «Oltre alle incertezze sugli spazi conclude Marcon non ci sono ancora certezze sugli organici degli insegnanti». Un punto fondamentale. Perché rischia di non servire a troppo moltiplicare i locali se poi mancano i docenti.

M.Fav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino